Omelia Battesimo del Signore

Battesimo del Signore
Carissimi fratelli e sorelle oggi celebriamo la festa del battesimo del Signore e, quindi, ricordiamo il momento in cui Gesù incomincia la sua vita pubblica. È un momento forte, un momento particolare nel quale Dio si manifesta al mondo proprio come Padre, Figlio e Spirito Santo. Lo Spirito di Dio scende come colomba su Gesù, e la voce dal cielo dice: “Questi è il Figlio mio, l’amato, in lui ho posto il mio compiacimento”. Il Figlio è l’amato, il Padre è la sorgente dell’amore; il Figlio è colui che accoglie tutto l’amore del Padre e lo ricambia, lo Spirito Santo è l’amore del Padre verso il Figlio e del Figlio verso il Padre. Il nostro essere figli di Dio è essere amati, essere cioè oggetto del dono dello Spirito Santo; ricevere lo Spirito Santo significa essere amati da Dio. Cari fratelli e sorelle che oggi ricevete il sacramento della Confermazione, sentitevi amati poiché oggi è il giorno dell’amore. Ma c’è da fare una piccola considerazione: dagli Atti degli Apostoli, abbiamo ascoltato il racconto di Pietro che dice, in sintesi, che sono accadute delle cose in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni: Gesù è passato beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo perché Dio era con Lui. Pietro in molte occasioni, anche nelle sue lettere, sottolinea in modo molto forte il fatto che sia stato, insieme con gli altri apostoli, testimone di qualcosa di storico: Gesù non è una favola e anche il dono dello Spirito Santo è un evento forte e vero. Ora di fronte a queste cose possiamo porci in due modi: il primo è un atteggiamento magico: “Oggi ricevo il sacramento della confermazione, lo Spirito Santo funziona, lascio fare a lui, lo Spirito Santo mi cambierà”. In questo modo mi disimpegno, non centro più niente, sto a vedere un evento che si risolve nel mio presentarmi davanti al Vescovo ed essere unto da lui. Questo è un atteggiamento magico. L’altro atteggiamento è quello opposto; quello magico è tutto centrato sul gesto sacramentale senza un contesto, quello opposto è antropocentrico, cioè mette in centro l’uomo. “Io oggi ricevo il sacramento della Confermazione; adesso devo cambiare il mio modo di vivere”. Bisogna guardarsi da questi due difetti perché lo stile di Dio è quello dell’incarnazione, mette insieme la parte divina e quella umana. Dobbiamo credere a questa realtà che ci viene donata sacramentalmente, ma facendo in modo che possa funzionare perché diversamente non funzionerà. Cari fratelli e sorelle, come ben sapete sono di estrazione scientifica, sono un matematico rubato dal Signore – Matteo era stato preso dal tavolo delle imposte – dal tavolo del computer, vorrei che avessimo un atteggiamento serio nei confronti di questo dono. Una volta ho sentito un giovane che, parlando ad altri coetanei, faceva le sue considerazioni dicendo: “Io ho sperimentato che pregare rende meglio che studiare”. Ora a parte il fatto che uno non può usare questo per fare il furbo con Dio, perché poi Dio lo mette a posto, non sta al gioco, però ho apprezzato l’approccio di uno che considera la preghiera come una cosa seria e vede se funziona; ci prova e vede se funziona, fa vari tentativi, calibra e vede fino a che punto funziona la preghiera. Ho la sensazione che, tante volte, noi non abbiamo nemmeno il coraggio di fare queste prove; sapete perché? Perché abbiamo paura che sia tutto finto: l’opposto della concezione magica; e quindi ci carichiamo di tutta la responsabilità della vita cristiana. Se tutto fosse finto io sarei sgomento, la mia vita sarebbe vuota, non avrei più una vita eterna di fronte. Ma, da buon matematico, questo atteggiamento non l’ho mai sopportato. Non ho mai sopportato uno che così ragiona: “Visto che se ritieni che Dio non esista potresti vivere meno bene, allora fai finta che Dio esista pensando così di vivere meglio”. Ma riesci a raccontartela così bene? Complimenti. Io non ce la faccio a prendermi in giro in questo modo. O Dio c’è o non c’è: schietti, senza paura. Se non c’è, lasciamo perdere, è inutile fingere. Ma siamo così immaturi e abbiamo bisogno di queste cose? Siamo dei bambini? Allora cerchiamo di essere adulti e di vedere le cose come stanno. Se io ricevo il dono dello Spirito Santo, questo dono non sarà semplicemente un modo di Dio, a qualcosa servirà e in qualche modo funzionerà. Si tratta di capire in quale modo. E poi si tratta di provare, senza paura, perché se non proviamo, paradossalmente, da una parte, non scopriremo mai la forza di Dio che esiste; dall’altra, non avremo mai la forza di un credente perché la nostra sarà solo una finzione che non ci dà forza. Vorrei che avessimo un minimo di atteggiamento scientifico nei confronti del Signore, almeno quello che è dovuto alla scienza; al Signore è dovuto molto di più, ma almeno diamogli quello che diamo alle cose scientifiche: la serietà, l’attenzione, la voglia di provare e di sperimentare. Sotto quali condizioni funziona il dono dello Spirito Santo? Funziona se ci immette nel cammino della vita cristiana; i sacramenti di iniziazione cristiana servono per iniziarci, per farci partire con una vita cristiana seria. Per questo dovremmo provare se confessandoci e comunicandoci frequentemente, succede qualche cosa. Vi do ancora due condizioni: dovete essere inseriti in un contesto di vita comune, di comunità; e provate a fare servizio ai poveri, perché i poveri ci rivelano il volto di Cristo; ne è piena la storia della Chiesa nonché il Vangelo. Quattro cose dunque: comunione frequente, confessione frequente, vita di comunità, poveri. Dopo di che uno tira le somme e dice: “Funziona o non funziona questa vita cristiana?”. Suggerisco tutto questo non solo a quelli che questa sera ricevono il sacramento della Confermazione, ma a tutti, perché se non abbiamo mai provato, è forse la volta di provare a mettere insieme queste quattro cose e vedere se cambia radicalmente il nostro modo di vivere, se gustiamo meglio la vita, se siamo più felici, se sentiamo la presenza di Dio. Io vi chiedo di provarci, di avere uno sguardo intelligente a quello che andiamo dicendo nella Chiesa. Anche il Papa continuamente parla di queste banalità come il battesimo, l’eucaristia, la riconciliazione, la comunità, i poveri, l’amore dono dello Spirito Santo. Se noi diciamo queste cose non è per moda, non è per andare dietro a manie o mode teologiche di pensiero, ma perché questa è la vita cristiana e noi dobbiamo imparare a regolare, sintonizzare la nostra vita su questi elementi, e vedere che cosa cambia e cosa succede; fa parte della serietà dell’essere uomo oltre che dell’essere cristiano. Cari fratelli e sorelle io vi invito, adesso, ad entrare nel mistero e nella profondità di questa celebrazione nella quale il Signore vuole fare grandi cose nelle vite di alcuni dei nostri fratelli, e in ciascuno di noi. I nostri cuori siano pronti ed attenti, abbiano voglia di prendere sul serio l’invito del Signore e di provare a vedere che cosa cambia nella nostra vita mettendoci in sintonia su questi quattro punti: comunione, confessione, vita comunitaria, poveri. Per voi che ricevete quest’oggi il sacramento della Confermazione vi auguro che sia l’inizio di una vita diversa, di una vita profondamente felice: questo è quello che vuole il Signore quando dona il suo amore, lo Spirito Santo. Sentitevi amati e vivete da amati! La Vergine Maria, nostra madre presso la quale si sono radunati gli apostoli nel giorno di pentecoste per ricevere il dono dello Spirito Santo, interceda per tutti noi perché possiamo gustare l’amore di Dio, gustare il sentirci amati.
Sia lodato Gesù Cristo.