Omelia Venerdì Santo

Passione del Signore
Carissimi fratelli e sorelle, questa liturgia scarna e austera, ci richiama al terribile vuoto della morte del Signore Gesù. Ma un vuoto che serve per farci sentire il pieno della risurrezione, della vita. Apprezziamo la vita quando comprendiamo bene che cosa sia la morte. Ma questa strada che il Signore ha instaurato, è una strada che serve da guida per l’umanità: Gesù non ha voluto salvare l’umanità attraverso alcuni programmi o linee guida o qualsivoglia cosa; questa è la stranezza di Dio che ci è ostica, difficile da comprendere perché noi quando ci troviamo di fronte ad un problema lo analizziamo, lo affrontiamo, cerchiamo di dividerlo in sottoproblemi che affrontiamo uno alla volta per arrivare alla soluzione. Questo è lo stile che noi usiamo quando siamo di fronte ad un problema. A noi piace risolvere le cose, a noi piace costruire, creare, fare qualcosa di buono. Gesù invece ha scelto come strada proprio quella che piace di meno: questa è la cosa impressionante di Gesù. La soluzione, la salvezza dell’umanità non è arrivata attraverso un progressivo risanamento dei singoli uomini mediante convincimento; è arrivata in un modo strano, paradossale, è arrivata attraverso l’accoglienza della tortura e della morte di Gesù, vissute con amore. Gesù ci ha voluto dire che non servono tante cose, tanti programmi, un intervento strutturato e molteplice; serve una cosa: l’amore. Gesù ci ha voluto insegnare che, in realtà, il grande progetto è uno solo, infatti ci ha lasciato un solo comandamento nuovo: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”. Gesù ci ha insegnato che bisogna imparare ad amare anche nelle circostanze più estreme, e la soluzione di ogni problema è amare: questo ha voluto insegnarci Gesù. E la salvezza viene attraverso questo amore; quanto è difficile per noi pensare in questo modo. Carissimi fratelli e sorelle proviamo a pensare ad una persona che, in questo momento, noi riteniamo ci sia ostile. Questa persona noi vorremmo cambiarla convincendola, facendole capire che sbaglia; questo è il nostro approccio. Ci appelliamo, come ad un’ancora di salvezza, a ciò che è giusto, a dei criteri di giustizia, ma difficilmente riusciremo a convincere questa persona a cambiare; mentre invece quando noi proviamo ad amare questa persona e a farle sentire il nostro amore, quando proviamo ad accoglierla così com’è offrendole soltanto il nostro amore, allora le cose in quella persona cominciano veramente a cambiare. Veramente non sono stato preciso, perché non basta il nostro sforzo personale, questo lavoro va fatto in un contesto di comunità, condividendolo con i confratelli, chiedendo aiuto e preghiere, condividendo i passi falsi. Noi da soli giustifichiamo tutto: non va bene con una persona e allora ce la raccontiamo, la giudichiamo, facciamo finta di difenderla o la condanniamo; dentro di noi è facile. Ma quando condividiamo le nostre fatiche o anche le nostre gioie con i nostri fratelli, queste cose che ci sembrano così difficili, pian piano diventano sempre più facili. Ecco cari fratelli e sorelle, Gesù con la sua morte in croce ci ha voluto lasciare la concretizzazione del suo grande amore, risposta ad ogni problema dell’uomo, ed è in virtù di questo che adesso noi faremo una preghiera di intercessione universale per tutte le situazioni salienti dell’uomo, perché questo amore radicale di Cristo sani ogni cosa, ed è in virtù di questo amore che adoreremo la santa croce, perché noi non adoriamo pezzi di legno, ma adoriamo la manifestazione più grande di Dio per l’uomo: la sua morte in croce. E in virtù di questo amore che noi abbiamo come segno della nostra fede, non il Cristo risorto, ma il Cristo crocifisso, perché nella croce splende palesemente l’amore di Dio, noi riceviamo l’eucaristia che è la presenza stessa di Gesù, la sua forza, il suo amore, perché sia lui ad amare in noi. Cari fratelli e sorelle chiediamo al Signore la grazia di ritornare con frequenza al grande mistero della morte di Gesù e di saperne cogliere l’aspetto amoroso. Ci affidiamo, come figli, all’intercessione materna di Maria, colei che ha unito il suo grande dolore a quello di Gesù amando; noi la veneriamo particolarmente, dolcemente proprio come Madonna della Salve, come Madonna che sta sotto la croce di Gesù; chiediamo a lei il grande dono di essere capaci di amare nelle difficoltà e nelle fatiche.
Sia lodato Gesù Cristo.