Pontificale di Pasqua

Pontificale di Pasqua
At 10, 34-43; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9
Carissimi fratelli e sorelle, buona pasqua a tutti.
Il Signore è veramente risorto.
È con gioia che vi dico questo perché sono convinto che questo annunzio cambia le nostre vite. Ma bisogna prima accorgersene. Maria di Magdala si reca al sepolcro al mattino; immaginatevi la scena: è ancora buio, esce dalla città, ancora non è sorto il sole e va, fuori dalle mura, nel luogo dove era stato sepolto Gesù, nel giardino di Giuseppe di Arimatea, in un sepolcro scavato nella roccia. Andando al sepolcro si chiede come farà ad aprirlo; vi è una grossa pietra rotolata sulla bocca del sepolcro, e si domanda se sarà in grado di farla rotolare. Ma non è necessario poiché la pietra è stata tolta dal sepolcro e il sepolcro è vuoto. Allora si mette a correre: perché si mette a correre? Perché siamo di fronte ad un trafugamento di cadavere? Lo si potrebbe pensare. Certamente Gesù agli apostoli, quelli a lui più vicino, aveva già accennato, con qualche discorso non del tutto a piombo secondo gli uomini, che sarebbe risorto. Comunque Maria corre: è un evento straordinario, la pietra abbattuta, il sepolcro vuoto. Corre da Simon Pietro e dall’altro discepolo, e fa un discorso potenzialmente da trafugamento di cadavere: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto”. Pietro esce insieme all’altro discepolo e si recano al sepolcro; corrono insieme tutti e due. La corsa degli apostoli, stavolta, non è esattamente da trafugamento di cadavere; francamente se mi dicessero che hanno trafugato il cadavere dei mie genitori non mi metterei a correre, non ci sarebbe motivo. Ma i due discepoli, dentro di loro, già avevano intuito: i tre annunci della passione, Gesù che, dopo la trasfigurazione, aveva detto: “Mi raccomando non dite niente a nessuno, finché il Figlio dell’uomo non sia resuscitato dai morti”. E l’evangelista annota: “Si domandavano che cosa volesse dire risuscitare dai morti”. Cominciano a sentire una vocina dentro di loro che dice: “Vuoi vedere? Impossibile, la voce della razionalità mi dice seccamente di no, siamo seri”. E ancora un vocina dice: “Vuoi vedere che è successo proprio questo?”. Arrivano al sepolcro e non trovano nulla, ma Giovanni crede: “Vide e credette”. Nel momento in cui entra nel sepolcro crede nella risurrezione di Gesù. Giovanni era giovane ed era più pronto, aveva meno schemi; tutti gli schemi che abbiamo crescendo, ci fanno faticare con il Signore, perché il Signore è il più grande sconvolgitore di schemi che possa esistere; a volte sembra proprio che si diverta a sconvolgere i nostri schemi. Gesù è risorto, ma sorge una ulteriore domanda: “È risorto, bene non è morto, mi cambia qualcosa?”; questa è la grande domanda. Caro fratello, cara sorella, non chiederti se sei arrivato già al sepolcro o no; ci sei arrivato, sei di fronte al fatto che Gesù è vivo, non è morto, è vivo; sei di fronte a questo fatto. Ci sei mai stato al sepolcro con l’anima, non fisicamente? Hai mai fatto questo cammino nel buio, quando ancora non era sorta la luce nella tua vita, per scoprire che Gesù non è un morto del passato di cui oggi parliamo ancora, ma è vivo oggi? Sei andato veramente al sepolcro, hai costatato che il Signore non c’è più? Questa è la grande domanda che ti devi porre, perché è da questa che dipende quell’altra sul fatto di che cosa cambia nella mia vita. Se sei stato al sepolcro e hai fatto un percorso interiore scoprendo che Gesù è vivo, la tua vita deve cambiare. Se. Diversamente, Gesù fosse morto, noi ascolteremmo questi vangeli e otterremmo delle indicazioni per poter vivere; ma non è questo lo stile cristiano, perché Gesù è risorto. Ricordo che anni fa il cardinal Biffi aveva scritto un piccolo identikit di Gesù Cristo in occasione del Giubileo del 2000; raccontava che quando aveva fatto una lezione sulla risurrezione – era un insegnante per una scuola per i laici – una catechista gli aveva chiesto: “Scusi non ho capito bene, lei ha detto che Gesù è vivo?”. “Certo proprio come me e lei signora, è vivo come noi due”. “Ma allora devo andare a dirlo a mio marito”. L’evangelizzazione: quando si prende coscienza che Gesù è vivo, la prima cosa che ci viene in mente è andarlo a raccontare; ecco perché Maria, le donne e gli apostoli corrono. La signora va dal marito che le dice: “Non è possibile, avrai capito male”. Torna dal Cardinale: “Non ha per caso la registrazione della lezione?”. “Tenga signora”. Le dà la registrazione, questa la fa sentire al marito e ritorna. “Allora Signora come è andata?”. “Mio marito ha ascoltato, ha capito, e poi ha detto: ma allora se è proprio così cambia tutto”. E il cardinale Biffi sottolineava questo: “Vedete se Gesù Cristo, che è il Signore, che è il Figlio di Dio è proprio vivo oggi, allora cambia veramente tutto”. E noi piantiamola con questa religione pesante, non ne possiamo più; perché il cristianesimo deve essere una cosa pesante: “Devo fare questo, devo fare quello”; è la religione dei precetti. L’ebraismo ne aveva 613, noi, con un Gesù che ci ha dato un solo comandamento, siamo riusciti ad averne centomila. Ci piacciono i precetti, che soddisfazione! Così sappiamo che cosa dobbiamo fare. Gesù è imprevedibile, e noi cerchiamo la sicurezza di un precetto che peraltro non soddisfa. Ma è un po’ frustrante, è la religione dei tristi. Oggi è il giorno della gioia, della luce, perché Gesù è vivo. Il cristianesimo non è una religione di precetti perché Gesù non è morto; se fosse morto avremmo il vangelo e lo dovremmo mettere in pratica, nulla più: semplice e secondo il nostro modo di pensare la religione. Ma non è così, mi dispiace, se la pensate in questo modo avete sbagliato religione. Gesù è vivo, è Gesù che ci aiuta a vivere, è Gesù che è con noi adesso, è Gesù che è vivo in questa celebrazione, è Gesù che ci accompagna in ogni nostra azione. Pensate: qualsiasi cosa voi facciate oggi, Gesù è con voi, persino quando siete arrabbiati con una persona, e non dovevate esserlo, lui è con voi lo stesso, perché vi vuole bene, perché è vivo, perché si prende cura di noi. Allora la vita cristiana cambia perché non è più principalmente osservare una serie di precetti, ma è prima di tutto una relazione: il fatto che Gesù sia con te, cambia il tuo modo di vivere. Se per caso oggi il Papa fosse a pranzo a casa vostra, pensate di fare qualche scenata? Ma non vi viene nemmeno in mente perché c’è il Papa, non perché c’è un precetto. Se Gesù oggi è con voi, ma non vi viene nemmeno in mente di arrabbiarvi perché c’è Gesù, non perché c’è il precetto. Ecco come cambia la vita cristiana, cari fratelli e sorelle; prendiamo coscienza, pensiamoci, andiamo al sepolcro, costatiamo che Gesù è vivo oggi e, di conseguenza, cambierà tutta la nostra vita. Il Signore vi faccia assaporare la gioia di scoprirlo vivo oggi, vivo nella vostra vita. La Vergine Maria, nostra Signora della Salve, ci accompagni in questo cammino e ci faccia vivere la vera vita cristiana.
Sia lodato Gesù Cristo.