Omelia esposizione Salve

Esposizione della Salve
“In mezzo a tutti i popoli tu sei la gloria di Gerusalemme,
tu magnifico vanto di Israele,
tu splendido onore della nostra gente.
Sii sempre benedetta dall’Onnipotente Signore”.
Queste parole che abbiamo ascoltato dal libro di Giuditta vengono applicate alla Vergine Maria; e veramente le diciamo con il cuore alla Madonna, nostra dolcissima Madre, colei che sempre ha provveduto, continua e continuerà a provvedere a noi e alle nostre vite. Ma la Madonna perché entra nella vita di noi cristiani? È forse un ostacolo, un orpello, un allungamento del cammino cristiano? No! Assolutamente no! È una mamma dolce che si accorge che i suoi figli non camminano poi così bene sulla via della santità, e, buona mamma, aiuta, sostiene, e soprattutto incoraggia. Quanto è stato importante per tutta la nostra vita, anche nella nostra maturità e vecchiaia, l’incoraggiamento che abbiamo avuto dai nostri genitori e in particolare dalla nostra mamma. Quando non ne abbiamo più avuto, il vuoto fa sentire il suo peso; e questo vuoto che, pur sembrando un controsenso, svela una mancanza che nel corso della nostra vita poi diventa un fardello in termini di insicurezza, di fatica a percepire come siamo veramente: un prodigio di Dio. Ecco perché è importante la Vergine Maria nella vita del cristiano; non è un orpello aggiunto, un optional devozionale, altrimenti, in tutta la liturgia, non sarebbe al primo posto dopo Gesù Cristo. Cosa vuole insegnarci Maria? Abbiamo ascoltato, nella lettera ai Galati, che “Dio mandò suo figlio nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge”. Dio manda suo figlio, nato da donna, nato da Maria, e Gesù nasce sotto la legge per riscattare coloro che erano sotto la legge. È una frase un po’ ardita quella di san Paolo perché sta parlando della legge che è donata da Dio sul monte Sinai; quindi sta parlando di qualcosa di santo e di grande. Ma quanto san Paolo scrive ai Galati con molta foga, ci fa capire con chiarezza che il nostro problema sta nel fatto che noi ci aggrappiamo alla legge come se fosse la nostra salvezza; noi amiamo cose semplici e che rispondono al nostro modo di pensare; ma Dio non risponde al nostro modo di pensare, siamo noi che dobbiamo rispondere al modo di pensare di Dio, perché così è la storia. Maria si preoccupa che noi facciamo questo cammino e ci riscattiamo dalla legge: noi infatti tendiamo ad avere una idea di buon cristiano come una persona che fa certe cose; siamo concreti, il nostro scopo è essere costruttivi, ma in realtà nella vita cristiana, essere concreti a questo modo, non ci fa costruttivi perché non ce la facciamo a mettere in pratica quello che ci dice Gesù e il Vangelo è troppo difficile. Continuamente mi sento dire: “Santi ora? Non pretendiamo troppo!”. Ma è questo quello che pretende Gesù da noi; è questo che vuole farci diventare Maria: essere santi. Ma noi siamo distanti perché non capiamo l’importanza e la bellezza di essere figli. Maria, con la sua maternità, ci fa capire che siamo figli, e ci conduce per mano al Padre, che è anche il suo Padre. Di questa figliolanza san Paolo ne parla in modo sconcertante: “Siete figli di Dio, infatti si vede subito che siete figli di Dio, ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei vostri cuori lo Spirito di suo figlio che grida: Abba Padre”. Bisognerebbe che vi dicesi: “Ma non vi accorgete che siete figli di Dio? Non sentite lo Spirito dentro di voi che grida a Dio: Abba, Padre, papi?”. Preferiamo sorvolare sulla risposta, ma riflettiamo sul fatto che abbiamo perso qualcosa per strada, perché quello che san Paolo presenta come una evidenza, per noi non la è. Molto raramente, nei miei anni di ministero sacerdotale, ho sentito delle persone descrivermi il loro stato spirituale dicendo: “Sento dentro di me qualcosa che sta gridando e lodando Dio”. Abbiamo perso qualcosa di centrale e di essenziale per la vita cristiana. Ecco che cosa è venuta a ricordarci la Madonna, è venuta a ricordarci che l’essenza della vita cristiana, cioè la santità, non è fare questa o quella cosa, questo o quel dovere, adempiere questo o quel comandamento; ma amare, amare come ha amato Gesù e come lei, la sua prima discepola, ha amato meglio di qualunque altro nella storia. Questo è quello che vuole Maria: che noi impariamo ad amare; ed è quello che vuole ogni mamma. Fratelli e sorelle facciamo questa santa gara: amiamoci, amiamo tutti con grande amore, con grande cuore e con grande generosità: questa è l’essenza del cristianesimo perché Dio è amore. Se noi non viviamo questo non viviamo il cristianesimo; se non facciamo l’esame di coscienza su questo, non stiamo facendo vita cristiana, non stiamo tenendo d’occhio la nostra vita e stiamo andando alla deriva. Il Signore Gesù e Maria vogliono che ci amiamo. Tutto il resto non è altro che chiacchiera. Se nella nostra vita spirituale non abbiamo chiaro il primo punto che devo amare, amare gratuitamente e amare chiunque, tutto è chiacchiera. Possiamo avere un buon comportamento, possiamo anche formalmente rispettare molti dei precetti di Gesù, ma non osserviamo quello principale, il comandamento che Gesù ci ha dato, il comandamento nuovo: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Cari fratelli e sorelle, quando ci amiamo in questo modo, diventiamo anche noi “assidui e concordi nella preghiera”, come gli apostoli. Allora sì che saremo una comunità cristiana; e lo saremo veramente quando le nostre energie saranno focalizzate sull’amarci gli uni gli altri, sul volerci bene anche, e se l’altro non ci vuole bene, non importa, buttiamo via un po’ di amore; dopo tutto il Signore ne ha buttato via tanto con noi. Quando penso a tutto l’amore che Gesù ha buttato via con me, mi viene da stare male per la poca risposta che gli ho dato. Buttiamo via questo amore, diamolo a tutti gratuitamente, senza paura; è così che cambia il mondo: quando c’è gente coraggiosa che ha la forza di amare chiunque senza distinzioni. Non esiste una classifica di chi dobbiamo amare, non sarebbe cristiano; Gesù amava tutti. Nella misura in cui la mia motivazione di amore è una classifica, non è più amore; l’ amore vero è quello che si vive nei confronti della persona che meno se lo merita. Gesù ci ha chiesto di amare e Maria è qui per questo. Mi auguro di cuore che questa sia una settimana nella quale i nostri cuori si mettano ai piedi di Maria per imparare l’amore, perché Maria ci insegna l’amore, perché ci insegna ad essere felici e a spargere attorno la gioia del vangelo. La Vergine Maria ci accompagni in questa settimana, in questo ottavario, e ci aiuti a vivere la santità della vita cristiana.
Sia lodato Gesù Cristo.