Omelia S. Messa in memoria vittime alluvione 1994

In memoria delle vittime dell’alluvione
Rm 11, 29-36; Lc 14, 12-14
Carissimi
“Chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore o chi mai è stato suo consigliere?”. Il Signore ha questa capacità di volgere in bene anche il male, e credo che questo sia un modo di stare nel mondo molto proficuo, molto concreto; dato per scontato che non tutto possa essere giusto, dritto, che tutto funzionasse come dovrebbe andare o come ci piacerebbe andasse, abbiamo tuttavia la possibilità di vivere la nostra vita in un modo redentivi, come Gesù ci ha insegnato, facendo in modo che si possa tirar fuori, con l’aiuto di Dio, da ogni male un bene. E così è per le calamità, per i problemi che affliggono la nostra comunità. Siamo chiamati a ricordare per evitare che nel futuro ci possano essere ulteriori problemi; per evitare fatiche, difficoltà, morti di nostri cari, e anche per imparare l’umiltà nel porci di fronte al creato, la nostra casa comune come la chiama papa Fratesco nell’enciclica “ Laudato si’ ”. Dobbiamo prenderci cura del mondo, del nostro territorio, in modo tale che non sorgano problemi; il modo migliore di vivere in questo mondo è quello di vivere in un modo armonico e non dispotico nei confronti di nessuno e nemmeno del mondo che ci è affidato. Questo modo di vivere umile è quello che ci insegna Gesù quando ci dice di non guardare alla realtà e alle relazioni con delle categorie umane, cioè la categoria del potere e dell’avere i primi posti nei banchetti. Questo brano di vangelo che leggevamo qualche giorno fa’ mi faceva pensare al fatto che a me tocca sempre essere al primo posto; ma dobbiamo stare attenti a non rincorrere queste cose e cercare di vivere il nostro stato come un servizio. Fare della nostra vita un servizio è il modo migliore per fare della nostra società e della nostra comunità un luogo bello e nel quale si può vivere bene. Ringraziando il cielo sento spesso fare apprezzamenti positivi sulla nostra Alessandria: voglio condividerlo con tutte le autorità perché ci fa piacere e ci riempie di orgoglio; tuttavia dobbiamo continuamente crescere, fare del nostro meglio perché Alessandria sia un luogo dove si vive l’amore, l’armonia, la gioia, la pace e dove insieme si riesce ad affrontare le difficoltà senza lasciare nessuno solo. Ecco il banchetto dove si invitano poveri, storpi, zoppi e ciechi; è il richiamo di Gesù a non lasciare nessuno, a non pensare solo a quelli che già hanno, ma a quelli che non hanno da ricambiare. Vogliamo chiedere al Signore la grazia di vivere in questo modo, vogliamo chiedere al Signore la grazia che Alessandria sia una comunità che continua a crescere, che impara dai problemi, dalle fatiche e dalle calamità e che vive l’armonia. Vogliamo perciò affidarci all’intercessione dolcissima di Maria, nostra Signora della Salve, nostra celeste patrona, perché guardi a noi, ci eviti con la sua intercessione tanti disagi e ci aiuti a vivere in comunione.
Sia lodato Gesù Cristo.