Omelia San Sebastiano

Festa di San Sebastiano, protettore dei Vigili urbani
Carissimi fratelli e sorelle, la festa di san Sebastiano che celebriamo quest’oggi ci richiama a tante cose. San Sebastiano è morto martire, ha dato la vita; questo ci richiama al concetto, così poco di moda, di dare la vita che è la capacità di chi sa dare valore alle cose, non di chi è scriteriato. Nella Chiesa, che ha come radice un fondatore così scomodo e che ha dato la vita per tutti, abbiamo questo raffronto terribile, faticoso ma fecondissimo; e notiamo che, anche per quanto riguarda le vocazioni, sorprendentemente ad esempio negli istituti religiosi femminili, in proporzione ci sono più vocazioni per la vita claustrale rispetto alla vita attiva. L’idea che mi sono fatto, nel mio servizio per la pastorale giovanile, incontrando e ascoltando diversi giovani che hanno fatto questa scelta, è che la vita claustrale presenta con nettezza il senso da dare alla vita; quando diamo la vita, infatti, la diamo per un senso ben preciso. E quindi il fare le cose non solo per mestiere, ma con un senso, una dedizione, a servizio conscio e responsabile della collettività è veramente una cosa bella e importante da recuperare. Nella liturgia della parola, inoltre, nella saga delle cose strane, abbiamo sentito parlare dell’obbedienza e, nel vangelo, del digiuno: tutte cose che ci richiamano al sacrificio, dove sacrificio, nella Chiesa, ha un valore positivo. Noi siamo purtroppo abituati ad una connotazione negativa del sacrificio: “Devi prendere questa medicina, è amara, fai un sacrificio”; il sacrificio, in questo caso, vuol dire fare lo stesso qualcosa di amaro. Se così fosse, credo che non avrei mai scelto di essere prete e di entrare in un seminario, perché non mi sento così forte, capace di scelte nette, decise, fortissime, completamente controcorrente. Il sacrificio, in realtà, è per noi sacrum facere, rendere sacro; è trasferire una azione dal piano profano a quello sacro, ed ha un valore positivo perché quello che rende sacra un’azione è il mio amore e la mia passione; e quando faccio le cose con passione, non pesano. Non è una esperienza di asprezza e durezza, come fosse una prova di forza, ma, senza nemmeno rendertene conto, sei forte perché, vivendo e agendo con passione, fai qualche cosa che in fondo tocca il tuo cuore e ti fa vivere gioiosamente e serenamente la tua esperienza. Credo che per tutti noi che abbiamo a che fare con la collettività e con la nostra società, sia importante richiamarci a queste cose; al di là della nostra credenza religiosa, penso si debbano recuperare questi valori che, oggi, nella nostra società un po’ votata all’individualismo, si sono perduti. Vogliamo, allora, chiedere al Signore la grazia che nel corpo di polizia municipale ci sia sempre la coscienza dell’importanza e della utilità del vostro ruolo, e che lo viviate con uno spirito di passione e di bellezza. Gesù è in questo il modello. Continuiamo questa nostra celebrazione puntando il nostro sguardo su Gesù, il nostro Signore che ha dato la vita e che ama radicalmente. Chiediamogli la grazia di essere capaci, anche noi, di mettere passione di diffondere passione nella nostra società e nella nostra Alessandria, perché questa nostra città sia veramente un luogo di eccellenza. La Vergine Maria, la nostra Signora della Salve che qui veneriamo con grande affetto, e San Sebastiano, protettore del corpo di polizia municipale, possano intercedere per tutti noi perché viviamo questa liturgia come uno specchio della vita e da essa troviamo la forza per vivere con più entusiasmo e convinzione la nostra quotidianità
Sia lodato Gesù Cristo.