Biblioteca del seminario vescovile

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Biblioteca del seminario vescovile

Indirizzo
via Inviziati 1
15121 Alessandria

Tel
327 91 57 773

Mail
bibliotecaseminario@diocesialessandria.it
dmcv1968@virgilio.it

Direttore
don Marco Camillo Visconti

Anagrafe CEI Istituti Culturali Ecclesiastici
http://www.anagrafebbcc.chiesacattolica.it/anagraficaCEIBib/

 

 

Libro antico

Servizi
La Biblioteca antica è dotata di una sala di lettura. Non si effettua servizio di prestito. L’accesso al pubblico e la fruizione sono disciplinati dal regolamento della Biblioteca.

Tipologia funzionale
Di conservazione

Settori di specializzazione
Filosofia; Bibbia; Teologia cristiana; Ecclesiologia. Diritto e leggi della Chiesa; Diritto e disciplina della Chiesa. Trattamento storico e geografico; Storia della Chiesa; Diritto antico; Scienze naturali e matematica. Dizionari, enciclopedie, concordanze; Scienze naturali e matematica. Storia, geografia, persone; Geografia e viaggi

Accesso
Libero

Consistenza complessiva della collezione
27000

Fondi antichi
De Rossi, Giuseppe Tommaso ; Paez, Giuseppe Maria ; Collegio dei Gesuiti ; Chenna, Giuseppe Antonio; Lazari, Francesco ; Pirattone, Giovanni Paolo ; Cappuccini di Mizza Monferrato; Cappuccini di Alessandria; Cappuccini di Casale; Moretti, Cesare

Cenni storici

La Biblioteca Storica della Diocesi di Alessandria è un istituto culturale fondato nel 1774 e nato dal desiderio del vescovo Giuseppe Tommaso De Rossi di dotare la città di una biblioteca pubblica aperta a studiosi e letterati, oltre che a seminaristi.

Il progetto di biblioteca pubblica incontra nel tempo diverse difficoltà come la soppressione temporanea della Diocesi, la dispersione dei beni ecclesiastici nel periodo napoleonico, ecc., fino all’alluvione del 1994. L’inondazione ha danneggiato una consistente parte del fondo antico (1.493 volumi che sono stati immediatamente sottoposti a trattamenti che ne hanno consentito il recupero), ma ha anche dato il via a una nuova stagione di interventi importanti: ristrutturazione della sede, restauro dei volumi e catalogazione del fondo antico.

Inoltre, con il contributo della Regione Piemonte (Soprintendenza ai Beni librari) si è proceduto all’installazione degli impianti anti-intrusione e anti-incendio, alla dotazione di postazioni informatiche e al restauro degli arredi lignei.

Sono oltre cento i volumi antichi restaurati presso i laboratori nazionali più accreditati.

La catalogazione di tutti i volumi della raccolta è stata effettuata dalla cooperativa Arca di Alessandria. Sono 1.248 le edizioni del XVI secolo di cui 546 catalogate con criteri SBN e pertanto la consultazione di tale catalogo è possibile mediante internet visitando i siti www.sbnonline.sbn.it oppure www.regione.piemonte.it/opac/. Per consultare il catalogo delle cinquecentine italiane cliccare il sito www.edit16.iccu.sbn.it.

Patrimonio bibliografico

Il fondo storico della Biblioteca è costituito da circa 14.000 volumi antichi. Il nucleo centrale della collezione proviene dalla biblioteca del Collegio dei Gesuiti di Alessandria, soppresso nel 1773, che contiene opere classiche, di filosofia, grammatica e storia, e dal fondo del canonico Paez.

Nel corso del XIX secolo notevole è stato il processo di crescita delle collezioni, con l’acquisizione, ad esempio, dei fondi dei Cappuccini di Nizza Monferrato e di Alessandria e dei Domenicani di Bosco Marengo.

La memoria delle biblioteche

Non so che cosa diverranno le nostre biblioteche in un futuro informatico in cui, e lo ritengo un errore, lo scritto su carta verrà trasposto in una memoria elettronica di cui ancora non si sa che fine avrà.

Rimango affezionato ai libri, tanto più se sono antichi, perchè consegnano a noi memorie d’altri tempi, quelle che hanno permesso alla nostra civiltà di fare passi in avanti e di giungere fino alle conquiste di oggi. Mi pare che nella stessa fatica nel confezionare un libro, nel trascriverlo o nello stamparlo, dopo l’invenzione della stampa, vi sia più umanità, anche se più fatica, e quindi un maggior rapporto tra chi ha scritto un libro e chi lo legge.

Non intendo osannare il libro oltre il suo valore; desidero, invece, far comprendere come le cose materiali che abbiamo quotidianamente dinnanzi possono metterci in relazione con gli altri uomini, al di là da un rapporto puramente formale, ma lasciare spazio a relazioni quasi di continuità fisica.

Quando mi trovo dinnanzi a un tavolo, oppure dinnanzi ai fogli di un affare economico o a un fascicolo, il mio pensiero non si ferma a giudicare quell’oggetto o quello scritto per quello che mi pare sia concretamente; vado oltre, e allora mi passano dinnanzi agli occhi della mente persone che hanno lavorato, e con fatica, per costruire quel tavolo, oppure uomini e donne che hanno introdotto quella pratica che è, per loro, un problema da risolvere…

Per questa ragione, credo che la futura società sarà assai più disumanizzante di quanto noi possiamo oggi pensare se non si apporteranno dei correttivi, specialmente dando vita a momenti e luoghi di socializzazione.

Non ho mai ritenuto la biblioteca un luogo dove uno va solo per una sua acculturazione su un problema, o solamente per consultare in silenzio un libro; a volte quel silenzio che si impone perchè altri stanno lavorando mi è parso di peso e troppo rigoroso. Ritengo che la biblioteca non sia come il giornale che leggo da solo, ma un giornale discusso, confrontato con una ricerca attraverso il dialogo con altri, senza per questo recare disturbo ad alcuno.

Mi accorgo di sognare a occhi aperti! Ma è bello sognare poichè da un sogno potrebbe venirne una realtà e, come oggi è, far sì che l’uomo si riappropri non solo della sua natura sociale, ma anche di quella comunicativa. La biblioteca, a mio modesto avviso, serve proprio a questo.

† Fernando Charrier

Vescovo emerito