Omelia S. Messa S. Giovanni Bosco

Festa di San Giovanni Bosco
2Sam 24, 2.9-17; Mc 6, 1-6
Carissimi,
abbiamo ascoltato nella prima lettura tratta dal profeta Ezechiele che il Signore cerca e avrà cura delle sue pecore; don Bosco aveva sognato da bambino che avrebbe avuto dal Signore un ruolo nel trasformare ragazzi indisciplinati in pecorelle, in persone buone, non con la violenza ma con tanta pazienza e con tanto amore. Questa è stata la sua missione per la quale si è speso con grande generosità e con grande amore, e nella quale ha trascinato dietro sé migliaia di giovani e ancora oggi continua il suo lavoro. Aveva compreso veramente l’importanza dei bambini e dei giovani. Quando i discepoli chiedono Gesù: “Chi è il più grande nel regno dei cieli?”, rimangono sconcertati perché si aspettavano da Gesù una risposta un po’ intelligente, una discussione, un ragionamento profondo. Invece Gesù chiama a sé un bambino, lo mette in mezzo e dice: “Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli”. Per diventare grandi bisogna diventare piccoli. È una cosa strana questa: bisogna farsi piccoli. Ascoltavo, in questi giorni, una intervista a Jim Caviezel, l’attore che ha impersonificato san Paolo in un film; questi inizia il suo intervento dicendo: “Saulo, che era il primo nome di san Paolo, significava grande, mentre Paolo vuol dire piccolo, poco. San Paolo da grande si è fatto piccolo”. Che cosa vuol dire il Signore con queste parole? Vuol dire che per entrare nel regno dei cieli c’è bisogno della semplicità e della immediatezza. E questa semplicità e immediatezza è la prima dote dei bambini; non perderla è molto faticoso. Perché la perdiamo? La perdiamo perché nella vita ci capitano delle prove e delle fatiche e rispetto a queste ci viene spontaneo, come difesa, perdere la semplicità e l’immediatezza; questo per nasconderci un po’, per imbrogliare le carte, per non soffrire. Avere il coraggio di affrontare la vita così come si presenta è da persone forti. Bisogna imparare ad essere semplici, immediati e diretti e non perdere questa capacità di esserlo. Don Bosco si rendeva conto di come questo fosse importante e cercava di formare i ragazzi con dei criteri molto semplici. Innanzitutto la gioia: chiedeva ai suoi ragazzi di essere gioiosi, perché la vita cristiana è per le persone felici e gioiose, non per musoni. Don Bosco ci teneva che i ragazzi fossero gioiosi e non trovava certamente disdicevole che lo manifestassero; al contrario, qualcuno di noi, invece pensa il contrario, ma purtroppo questo rivela come non capisca bene le cose importanti della vita. In don Bosco questa gioia nasceva dal fatto che sapeva che Gesù amava i ragazzi e che Gesù gli aveva dato il compito di prendersene cura. Ecco perché don Bosco faceva così tante cose per i ragazzi: aveva capito che i ragazzi erano importanti per Gesù e che Gesù voleva che lui se ne occupasse. Ed è per questo che se ne è occupato con grande forza e con grande slancio. Cari adulti ricordiamocelo: le nostre occupazione che riguardano i ragazzi non sono mai tempo perso, sono importantissime, sono un servizio fondamentale. Festeggiare don Bosco vuol dire festeggiare un grandissimo santo dei giovani che si è speso per loro e che ha voluto fare della sua vita un servizio convinto che fossero importantissimi. Il mondo a volte non ha questa convinzione radicata; ma noi diamo retta a don Bosco poiché capiva, apprezzava questa sua missione e ci ha indicato una strada che vogliamo seguire. Anch’io mi sono occupato di giovani perché il mio ultimo incarico, prima i diventare vescovo, era quello della pastorale giovanile e facevo questo servizio ai giovani e l’ho sempre fatto con grande piacere e con grande gioia; e ancora adesso, quando posso occuparmi dei giovani, sono molto contento perché so di fare una cosa di fondamentale importanza; questo non sempre viene capito, ma non importa. Vogliamo chiedere al Signore la grazia di camminare su questa strada con convinzione, con forza e con entusiasmo. Oggi è la festa di San Giovanni Bosco e ho da chiedergli qualche favore avendo in programma alcune iniziative sui giovani sulle quali sto lavorando in diocesi; chiedo, per questo, la sua intercessione perché si realizzino secondo la volontà di Dio. Chiedo anche a voi tutti una preghiera perché don Bosco interceda per la nostra diocesi e perché i progetti sui giovani possano seguire la volontà di Dio. Continuiamo la celebrazione chiedendo al Signore Gesù di vivere gioiosamente questo momento e di incontrarlo nell’eucaristia. Gli offriamo la nostra vita, i nostri desideri, le nostre aspirazioni e chiediamo la sua presenza e la sua benedizione.
Sia lodato Gesù Cristo.