Omelia Pellegrinaggio alla Salve Forze Armate

Pellegrinaggio alla Salve Forze armate
At 8, 26-40; Gv 6, 44-51
Carissimi, nella prima lettura abbiamo ascoltato la vicenda del diacono Filippo che sente una parola interna, una mozione dello Spirito che lo invita ad andare sulla strada che porta da Gerusalemme a Gaza con la seguente motivazione: “Essa è deserta”. Non è poi quella grande motivazione motivante, ma una espressione che vorrebbe dire: “Vai, fidati”. Questo ci introduce nella vicenda del pellegrino etiope, un eunuco alla corte della regina, che è giunto a Gerusalemme per il culto e, tornando, sul suo carro legge il libro dei profeti senza capire nulla. Filippo viene invitato ad accostarsi a quel carro, interloquisce con quest’uomo, fino ad arrivare al battesimo. La tradizione racconta come quell’uomo abbia evangelizzato tutta l’Etiopia: è stato il primo evangelizzatore, un laico appena battezzato sulla via del ritorno, senza quella infinita istruzione. “Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più”. “Filippo invece si trovò ad Azoto dove evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarea”. Dio agisce in modi che ci sfuggono nel loro senso, ma sono efficaci. Credo che non avremmo mai e poi mai pensato di affidare l’evangelizzazione dell’Etiopia ad un neofita battezzato sulla via del ritorno verso casa, privo di istruzione o con una istruzione di pochi minuti. Ma Dio è fatto così! Il Dio di Gesù Cristo ha questa caratteristica sulla quale vorrei invitarvi a riflettere: la gestione delle situazioni assurde. Le forze dell’ordine sono per l’ordine: devono mettere a posto le cose che non sono in ordine. E questa è una cosa che corrisponde alla nostra natura umana; portare ordine in questo mondo fa parte della nostra visione della realtà. Tuttavia sappiamo che non è sempre possibile, e che in alcuni casi è difficile trovare un percorso fattibile e praticabile per portare questo ordine; queste situazioni mettono in difficoltà la nostra struttura mentale e operativa, e frustrano il nostro desiderio di contribuire con la nostra parte ad un bene perché, talvolta, questo bene diventa per alcune ragioni irraggiungibile. Ed è in quei momenti che devono venir fuori le nostre caratteristiche più importanti, e, per certi versi, sono quelle fanno capire ciò che dobbiamo fare quando non abbiamo indicazioni precise. Ecco la Madonna della Salve è la mamma di una persona di cui lei aveva la certezza che fosse il Figlio di Dio; ne aveva una coscienza chiara e netta, personale. Era infatti cosciente della sua verginità, mentre chiunque poteva dubitarne; lei sapeva di aver portato in grembo il Figlio di Dio. Sapeva che Gesù aveva predicato dicendo delle cose buone e belle, sapeva che Gesù aveva guarito tante persone, risuscitato dei morti, ridato la vista ai ciechi, sanato i lebbrosi, fatto parlare i muti e udire i sordi, fatto camminare i paralitici e ora, si trova di fronte al fatto che suo Figlio, il Figlio di Dio, viene ucciso per tortura, ingiustamente appeso ad una croce. Queste sono le situazioni nelle quali ci sentiamo impotenti: siamo di fronte a qualcosa che non va bene ma che non possiamo mettere in ordine. Questo è il caso più estremo della storia. E noi abbiamo la nostra Madonna della Salve raffigurata in questo momento estremo. E qual è stata la reazione di Maria? Maria ha vissuto quella situazione come una offerta amorosa e con una una fede grandissima nel Signore e nel suo piano, anche se in quel momento passava attraverso un evento così assurdo, ingiusto, cattivo. Non è facile avere fiducia incrollabile in un disegno superiore, nel quale il nostro vivere bene e amorosamente le cose, porterà un frutto; non lo sappiamo perché non lo conosciamo, eppure non ci lasciamo andare alla mentalità del tanto peggio tanto meglio. Voglio lasciarvi questa riflessione che mi ha suggerito la Madonna della Salve. Le forze dell’Ordine sono per l’ordine, ma certi disordini sono al di là delle vostre capacità. Penso alle volte che le sperimentate e come sia difficile stare bene dentro a quelle situazioni. La peggior giornata mondiale della gioventù, da un punto di vista organizzativo, è stata quella in Germania, dove il Papa Benedetto XVI, tedesco, appena eletto aveva fatto un brutta figura. Perché un fallimento proprio per il popolo tedesco, capace della migliore organizzazione in Europa? Perché non è riuscito a gestire l’imprevedibile ed è stato un disastro: i giovani non riuscivano neppure a procurarsi il cibo e, sapete bene, che una cosa da evitare è quella di affamare la folla in ordine alla gestione ordinata di una quantità enorme di persone. È andata bene che questi erano giovani cattolici con una certa mentalità e una certa elasticità e si sono adattati. Io credo che la vita di fede sia un serbatoio importante per imparare a vivere queste situazioni di fronte alle quali non riusciamo ad avere una soluzione tecnica giusta. Credo, per questo, che l’insegnamento del Signore Gesù e la vita di fede siano un grande aiuto per imparare a gestire queste situazioni nel modo migliore, certi che, facendo il bene e facendolo con amore e passione, anche di fronte all’imperscrutabile e alla negatività comunque ne viene fuori un bene; e affidandoci a Dio questo sicuramente accade. Questo è il messaggio che volevo lasciarvi davanti alla nostra Madonna della Salve, in questa immagine così carica di patos. Vi auguro di trovare questo spunto, queste forze e queste capacità per poter fronteggiare anche situazioni in cui vi troverete in difficoltà, e che possiate avere sempre la sapienza di vivere anche le situazioni più estreme in modo sereno fiducioso e con speranza, aperti all’aiuto di Dio che in certi casi è l’unico che sentiamo percorribile. La Vergine Maria interceda per noi e ci aiuti e ci sostenga per perseverare con tutte le nostre forze nel bene ad ogni costo.
Sia lodato Gesù Cristo.