Il campanile

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Ogni chiesa ha il suo campanile. Ebbe il suo campanile l’antica Cattedrale; lo aveva la chiesa di S. Marco; ha il suo campanile l’odierna Cattedrale. Il campanile però che oggi ha la Cattedrale di Alessandria è qualcosa di più di una semplice torre campanaria fedele insegna della sua chiesa. Questo campanile, per la struttura, bellezza ed altezza è anche divenuto un particolare caratteristico per Alessandria, così come la Mole Antonelliana per Torino, la cupola di S. Gaudenzio per Novara, la Madonnina per Milano ecc. Prima di parlare dell’attuale campanile, facciamo un piccolo cenno alla cronistoria dei vecchi campanili.

IL CAMPANILE VECCHIO

Il campanile del vecchio Duomo, quadrato e ampio, posto sul fianco sinistro della chiesa, superava di poco la facciata. Nella lunetta della porta d’entrata aveva il bassorilievo della lupa; più sopra il monumento a Gagliaudo. Sulla facciata superiore vi erano due orologi che segnavano l’uno, l’ora all’italiana, l’altro l’ora alla francese. Certo Caldani di Acqui nel 1790 aveva ideato e costruito un meccanismo speciale corrispondente ad altri tre quadranti che segnavano le fasi della luna, il mese, i giorni del mese, i giorni della settimana. Inoltre dopo le 10 di sera batteva 300 colpi a tre per volta in segno di ritirata. Il meccanismo del Caldani, in seguito all’abbattimento della Cattedrale e del rispettivo campanile, fu trasportato, con i propri quadranti, sul Palazzo Civico. Il vecchio campanile racchiudeva gli archivi comunali e notarili. Verso il 1650 essendosi introdotto nelle sale del campanile l’abuso del gioco dei dadi, per i quali molte persone e famiglie ebbero danni nella fortuna, il Vescovo Mons. Scaglia, volle togliere quell’inconveniente con la proibizione del gioco in quel luogo appartenente e inerente alla chiesa. Ne nacque l’opposizione del Comune che sosteneva essere quella sala da tempo immemorabile occupata per l’archivio e per eseguirci atti giuridici. Dopo varie contestazioni la questione fu appianata, dividendo il campanile dalla metà in giù per uso profano e dalla metà in su per uso sacro e proprio della chiesa.

IL CAMPANILE di SAN MARCO

Quando la chiesa di S. Marco venne concessa per nuova Cattedrale era dotata di un bel campanile a guglia piramidale, situato tra il presbiterio e la Sacrestia, dietro la Cappella di S. Domenico. Colpito da un fulmine nel 1817, fu a spese del Municipio, ristorato e rialzato a metri 37,65. Venne abbattuto nel 1876 per formare l’ambulacro dietro al coro.

L’ATTUALE CAMPANILE

Si pensò allora alla costruzione di un nuovo campanile che apportasse un notevole pregio alla città di Alessandria. Però solo nel 1889 si riuscì a dare inizio alla sua costruzione, seguendo il disegno elaborato dall’Arch. Ing. Giuseppe Boidi-Trotti di Castellazzo Bormida. Giunti all’altezza dei tetti della chiesa vi fu una sospensione per motivi finanziari. Verso la fine del sec. XIX Mons. Giuseppe Capecci, successore del Vescovo Salvaj, riusciva a far riprendere i lavori, intendendo rendere più “solenne la celebrazione dell’ingresso al nuovo secolo consacrato da Leone XIII a Cristo Redentore”. Ma anche questa volta si dovette nuovamente sospendere la costruzione a 75 metri di altezza e la torre rimase mozza alla base della guglia per altri 21 anni. Finalmente nella primavera del 1922 per munificenza del Comm. Guido Perego e consorte, essendo Vescovo Mons. Giosuè Signori, si procedeva alla terza ripresa costruendo anche la bella cuspide piramidale. Il 7 luglio 1922 Mons. Nicolao Mirone, nuovo Vescovo di Alessandria benediceva la Croce, che dal 21 luglio avrebbe campeggiato sul campanile ormai terminato. L’inaugurazione ufficiale però si fece il 4 settembre dello stesso anno alla presenza di sua eminenza S. E. il Conte Giovanni Pollastrelli, sottosegretario di Stato, e di tutte le autorità civili e militari convenute anche per l’inaugurazione dell’Esposizione agricolo-industriale interprovinciale allestita nei locali delle Scuole Antonio Bobbio e Giovanni Migliara. Il campanile è alto 106 metri dal suolo alla sommità della Croce. Questa che reca le chiavi della tiara pontificia, è in ferro, alta 8 metri e del  peso di 12 quintali. Nelle quattro cartelle che sovrastano i grandi rosoni sono ripetute a grossi caratteri le parole di Gesù: “Et portae inferi non praevalebunt adversus eam”. “E le porte dell’inferno non prevarrano contro di essa”(Mt16,18) Due epigrafi presso l’entrata interna del campanile ricordano gli oblatori per la sua costruzione.

“A TESTIMONIANZA DI SUA FEDE INCONCUSSA / IL POPOLO ALESSANDRINO CON GENEROSE OBLAZIONI / VOLLE EDIFICATA TRA GLI ANNI / MDCCCLXXXIX – MCM / QUESTA MONUMENTALE TORRE CAMPANARIA / SU DISEGNO DEL / PROF. GIUSEPPE BOIDI-TROTTI / PER OPERA DI GIOV. ATUTI / E FIGLI AGOSTINO E FRANCESCO. CORONATA INFINE COLLA SVELTA CUSPIDE / E SOLENNEMENTE INAUGURATA / IL IV SETTEMBRE MCMXXII. La seconda epigrafe ricorda il compimento della cuspide: A MAGGIOR GLORIA DI DIO / E ONORE DELLA VERGINE DELLA SALVE / IL NOBILE GUIDO PEREGO / COMMENDATORE GREGORIANO / CAMERIERE DI ON.RE DI SPADA E CAPPA DI S.S. / E LA NOB. MARIA PEREGO LAVAGETTO / CONIUGI / ELEVARONO LA CUSPIDE E LA CROCE / DEL CAMPANILE NELLA CATTEDRALE / ANNO 1922.

LE CAMPANE

L’attuale campanone risale al 1818: era stato fuso a Casale da Pietro Gattinara e consacrato la sera del 2 aprile dello stesso anno, da Mons. Carlo Sappa, Vescovo di Acqui. Le altre quattro campane minori invece subirono parecchie trasformazioni. Nel 1850 Zerbino di Alessandria le fondeva riducendole a tre. Nel 1901 i fratelli Barigozzi di Milano le rifusero e con l’aggiunta di altro metallo, le riportarono a quattro, in perfetto accordo con il campanone. Il nuovo complesso fu consacrato nell’aprile del 1901 da Mons. Giuseppe Capecci. E’ consuetudine che ogni campana destinata ad uso sacro, porti l’effigie del Crocifisso insieme alle figure dei Santi. Nella fusione vengono pure aggiunte iscrizioni varie, indicanti il titolo e lo scopo a cui le campane sono consacrate. Le campane del Duomo di Alessandria abbondano di figure ed iscrizioni, di seguito un particolareggiato elenco. La campana maggiore (Do naturale) porta la seguente lunga iscrizione:

“QUO MAGIS CHRISTI FIDELES AD SANCTE PRAECANDUM / ARMONICO AERIS CAPANAE CONCENTU ALLICERENTUR / INGENS HOC TINTINNABULUM STIPE PIORUM CONLATA A.R.S. MDCCCXVIII CONFLATUM EST / CURATIBUS TRIB. SPECTAT . SUITATIS OPTIMATIBUS. PETRUS GATTINARA CASALENSIS FUDIT”.

Il campanone fu consacrato in onore della B. V. della Salve, e dei Santi Pietro, Giuseppe, Valerio, Baudolino, Antonio da Padova, le cui immagini sono disposte in sei artistici medaglioni a rilievo. Il Crocifisso si trova sotto l’effige della Madonna della Salve. Sulla seconda campana (Re naturale) la didascalia dice:

“CONCREPABO IN DIEBUS SOLEMNITATUM VESTRARUM / IN TEMPORE TRIBULATIONIS CLAMABO”.

Sotto il Crocifisso si legge: “Christus redemit nos”. La campana è dedicata alla Madonna del Rosario, a S. Giuseppe e S. Valerio. La terza (Mi naturale) ha questa iscrizione:

“VOCA COETUM CONGREGA POPULUM / MORTUO NE PROHIBEAS GRATIAM”.

Sotto il Crocifisso: “Lavit nos in Sanguine Suo”. Questa campana è dedicata alla Madonna “Regina coeli, mundi Domina”, a S. Paolo della Croce e S. Antonio da Padova. La quarta campana (Fa diesis) porta la seguente dicitura:

“VOX DOMINI IN VIRTUTE / VOX IN MAGNIFICENTIA / A VOCE TRONITRUI EIUS FUGENT PARTES ADVERSAE”.

Sotto il Crocifisso: “Vincit, regnat, imperat”. La campana è dedicata all’Immacolata “Tota pulchra er Maria”, a S. Carlo Borromeo e S. Francesco d’Assisi. L’ultima (Sol naturale) ha la semplice iscrizione:

“ALTARNANTES CONCREPANDO MELOS DAMUS VOCIBUS”.

Sotto il Crocifisso si legge: “Victima peccatorum”, mentre la campana è dedicata all’Assunta “Extaltata est Sancta Dei Genitrix”, a S. Antonio Abate.Queste le campane che da più di mezzo secolo hanno suonato alternando accenti di festa e di dolore. Queste le campane che hanno annunciato agli alessandrini la morte di Papi e l’elevazione di altri Papi alla Cattedra di S. Pietro; che hanno suonato nei 5 anni di guerra segnalando, sempre desiderate il cessato allarme e accompagnato il lieto annuncio della fine della guerra il 28 aprile 1945; che si unirono all’esultanza generale per la proclamazione del dogma dell’Assunzione di Maria SS. in Cielo avvenuta il 1° novembre 1950.