Assemblea del presbiterio
Costituzione dell’Assemblea del Presbiterio
Considerato
che il numero dei sacerdoti della Diocesi si è molto ridotto negli ultimi anni ed è tuttora in forte calo a motivo dell’elevata età media del presbiterio;
considerato
che il numero dei sacerdoti in attività è talmente esiguo da poter essere paragonato numericamente ad un consiglio presbiterale di una grossa diocesi;
considerato
che il direttorio Apostolorum Successores al n. 183 contempla la possibilità di sostituire il Consiglio Presbiterale Diocesano con un’Assemblea del Presbiterio;
considerato
che il 3 ottobre 2013 nel corso della “Due Giorni Sacerdotale” su richiesta del Vescovo, S.E. Mons. Guido Gallese, è stata messa ai voti la possibilità di sostituire il Consiglio Presbiterale Diocesano con un’Assemblea del Presbiterio. I sacerdoti votanti erano 40. La votazione è passata con 34 voti favorevoli, 4 contrari e 2 astenuti.
Il Vescovo, visto il n. 183 del direttorio Apostolorum Successores per il ministero pastorale dei Vescovi e il can. 94 del Codice di diritto canonico (CJC), ha costituito l’Assemblea del Presbiterio della Diocesi di Alessandria con decreto 46/2013, ne ha stabilito il primo incontro per il 24 ottobre 2013 alle ore 10 nei locali del complesso dell’ex Istituto “Santa Chiara”, e in tale data ha approvato ad experimentum per un quinquennio il seguente Statuto, composto di 22 articoli, che si presenta come allegato al predetto decreto di promulgazione.
Articolo 1
L’Assemblea del Presbiterio di Alessandria (o Assemblea Presbiterale Diocesana, abbreviato d’ora in poi con APD) è costituita dai sacerdoti residenti in Diocesi (secolari incardinati nella medesima o in servizio presso di essa o religiosi che esercitano in suo favore qualche ufficio); ad essa spetta coadiuvare il Vescovo nel governo della Diocesi, a norma del diritto, affinché venga promosso nel modo più efficace il bene pastorale della porzione del popolo di Dio a lui affidata (cf can. 495 §1 del CJC).
L’APD è una forma di manifestazione della fraternità esistente tra i sacerdoti, fondata sul sacramento dell’Ordine. È una istituzione nella quale i presbiteri, dato il continuo aumento della varietà nell’esercizio dei ministeri, riconoscono di integrarsi a vicenda nel servizio dell’unica e medesima missione della Chiesa.
Articolo 2
L’APD ha voto consultivo; essendo segno della comunione gerarchica, esige per natura sua propria che le deliberazioni, per il bene della Diocesi, siano prese assieme al Vescovo e mai senza di lui, attraverso cioè il comune lavoro del Vescovo e dei suoi membri (cf can. 500 §2). In singoli casi il Vescovo può attribuire all’APD voce deliberativa.
Articolo 3
L’APD deve essere ascoltata dal Vescovo nei casi previsti dal diritto universale, a norma del can. 127 del CJC. A norma del diritto universale e particolare, il Vescovo è tenuto a sentire l’APD nei seguenti casi:
- celebrazione del Sinodo diocesano (cf can. 461 § 1);
- l’erezione, la soppressione e la modifica rilevante delle parrocchie (cf can. 515 § 2);
- la destinazione delle offerte parrocchiali e la remunerazione dei sacerdoti con funzioni parrocchiali (cf can. 531);
- la remunerazione dovuta dagli enti ecclesiastici ai sacerdoti che esercitano presso di essi il ministero (cf art. 33 delle “Norme circa gli enti e i beni ecclesiastici in Italia”);
- l’istituzione dei Consigli pastorali parrocchiali (cf can. 536 § 1);
- la costruzione di una nuova chiesa (cf can. 1215 § 2);
- la riduzione a uso profano di una chiesa (cf can. 1222, § 2);
- l’imposizione di un tributo alle persone giuridiche pubbliche soggette al Vescovo (cf can. 1263);
- la possibilità d’istituire assemblee domenicali senza la celebrazione dell’eucaristia;
- la determinazione che i sacerdoti ricevono dagli enti ecclesiali presso cui esercitano il ministero.
Non sono di pertinenza dell’APD le questioni relative allo stato delle persone fisiche, né quelle relative a nomine, rimozioni e trasferimenti.
Articolo 4
Fra i membri dell’APD il Vescovo nomina liberamente alcuni sacerdoti per costituire il Collegio dei Consultori, con i compiti determinati dal diritto (can. 502).
II. Organi dell’Assemblea del Presbiterio
Articolo 5
Il Vescovo nomina un Moderatore e un Segretario.
Articolo 6
La Presidenza dell’Assemblea del Presbiterio è costituita dal Vescovo, dal Vicario Generale, dal Vicario Episcopale per il Clero (qualora la carica sia istituita), dal Moderatore e dal Segretario.
Articolo 7
Spetta alla Presidenza aiutare il Vescovo nel decidere i punti dell’ordine del giorno degli incontri.
Articolo 8
Spetta al Moderatore di condurre e dirigere la riunione dell’APD nelle modalità concordate con il Vescovo.
Articolo 9
Spetta al Segretario:
- tenere aggiornato l’elenco dei membri dell’APD;
- curare d’intesa con la Presidenza la redazione dell’ordine del giorno;
- ricevere proposte per la formulazione dell’ordine del giorno richieste di convocazione straordinaria ed eventuali interpellanze dei membri dell’APD.
- trasmettere ai membri dell’APD almeno quindici giorni prima della seduta l’avviso di convocazione, l’ordine del giorno e i relativi eventuali fogli di lavoro;
- annotare le assenze e prendere atto delle lettere di giustificazione;
- redigere il verbale della seduta.
III. Ordine del giorno e svolgimento delle riunioni
Articolo 10
L’APD si riunisce in seduta ordinaria almeno tre volte all’anno (pastorale). Può essere convocata in seduta straordinaria su iniziativa del Vescovo o a richiesta di un terzo dei membri.
Per la preparazione di riunioni su specifici argomenti la Presidenza può incaricare una Commissione di studiare in modo approfondito e sintetico il tema dell’ordine del giorno. Un relatore riferirà all’Assemblea.
Articolo 11
1 L’APD si riunisce in seduta ordinaria almeno tre volte all’anno (pastorale). Può essere convocata in seduta straordinaria su iniziativa del Vescovo o a richiesta di un terzo dei membri.
2 Non esiste un numero legale di presenti per la validità della riunione e delle elezioni di cui all’art. 15.
Articolo 12
Possono essere invitati di volta in volta, a seconda dell’argomento iscritto all’ordine del giorno, esperti in materia che possono prendere la parola ma non godono del diritto di voto.
Articolo 13
L’ordine del giorno delle sedute è stabilito dal Vescovo sentita la Presidenza ed è redatto dal Segretario.
Ogni membro, tramite il Segretario, può presentare al Vescovo proposte per l’iscrizione di determinati argomenti all’ordine del giorno.
Articolo 14
Il Vescovo presiede le riunioni personalmente o per mezzo del Vicario Generale.
I membri che intendono intervenire nella discussione chiedono la parola al Moderatore. È possibile consegnare al Moderatore il testo scritto dell’intervento.
I membri assenti giustificati possono far pervenire al Segretario un loro intervento scritto sugli argomenti del giorno. Il Segretario ne darà lettura nella riunione e lo inserirà nel verbale.
Articolo 15
Qualora si rendesse opportuna o necessaria una votazione, questa potrà essere effettuata per alzata di mano, per appello nominale o a scrutinio segreto. Il Vescovo decide di caso in caso se procedere per alzata di mano o per appello nominale. La modalità di votazione a scrutinio segreto può essere effettuata su richiesta di un quinto dei membri dell’Assemblea e con approvazione del Vescovo; in quest’ultimo caso la Presidenza nominerà due scrutatori. Le votazioni riguardanti persone si effettuano sempre a scrutinio segreto.
IV. Rapporti con il Consiglio Pastorale e con altri Organismi
Articolo 16
Nella consapevolezza che si tratta di due organismi di partecipazione ecclesiale e di collaborazione al governo pastorale del Vescovo, all’inizio dell’anno pastorale le Segreterie dell’APD e del Consiglio Pastorale Diocesano si riuniranno sotto la direzione del Vescovo, soprattutto per concordare, nel rispetto dei compiti e dell’autonomia dei due Organismi, una trattazione coordinata degli argomenti di interesse comune.
Il Vescovo può convocare i due Organismi in seduta comune con un unico ordine del giorno.
Articolo 17
L’APD è periodicamente informata dai due rappresentanti del Clero diocesano nella Commissione Presbiterale Regionale delle attività della stessa.
Articolo 18
Pienamente inserita nella pastorale diocesana, l’APD ricerca gli opportuni collegamenti anche con gli altri organismi diocesani, in particolare con gli Uffici pastorali, per collaborare a una sempre maggiore attuazione, in tutte le realtà ecclesiali, del Piano pastorale del Vescovo.
Articolo 19
I verbali delle sedute dell’APD, redatti dal Segretario, sono pubblicati dalla Rivista Diocesana Alessandrina. Possono essere pubblicati anche documenti elaborati dall’Assemblea o da eventuali Commissioni.
V. Variazioni dello Statuto e scadenza dei membri
Articolo 20
Gli articoli del presente Statuto possono essere modificati su richiesta del Vescovo o di almeno due terzi dei membri. Spetta comunque al Vescovo l’approvazione delle modifiche.
Articolo 21
Trascorsi cinque anni dall’approvazione del presente Statuto (24 ottobre 2013) l’APD decade; entro i quindici giorni precedenti tale data la stessa Assemblea è chiamata a votare a scrutinio segreto se proseguire il quinquennio successivo in forma di Assemblea del Presbiterio o di Consiglio Presbiterale. In questo ultimo caso l’Assemblea dovrà dotarsi di uno Statuto a norma dell’articolo precedente prima di procedere alle elezioni dei membri.
Articolo 22
L’APD decade anche in caso di sede episcopale vacante. Nel caso che il nuovo Vescovo decida di passare a un Consiglio Presbiterale ci si doterà di uno statuto approvato prima di procedere alle elezioni dei membri elettivi.
Firmato
Gallese, Vescovo
Casazza, Cancelliere