Facciata e battistero

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La facciata della Cattedrale, venne innalzata da Cristoforo Valizzone in collaborazione con il figlio Leopoldo, negli anni 1820-22: di stile neo-classico con colonne d’ordine corinzio. A grandi caratteri spicca sul cornicione la dedica: “APOSTOLORUM PRINCIPI”. I tre dipinti a chiaro-scuro che abbelliscono la facciata, rappresentano: S. Pietro liberato dal carcere (Atti 12, 6-11); S. Pietro riceve le chiavi (Matt. 16, 18); S. Pietro va incontro a Gesù sulle acque del Lago di Tiberiade (Matt. 14, 28-31). Sono opera del Prof. Luigi Vacca di Torino (1771-1854) e furono rinfrescati dal Prof. Laiolo nel 1910, quando in occasione del Giubileo del Vescovo Mons. Giuseppe Capecci, venne restaurata tutta la facciata. Nel timpano lo stesso Vacca rappresentò l’Eterno Padre, Signore del cielo e della terra. Sull’attico 5 statue in marmo rappresentano il Redentore ed i quattro Evangelisti: Matteo, Marco, Luca, Giovanni. Furono donate dal can. Giuseppe Cuneo nel !827. Sui lati della facciata, riprodotti dall’antico Duomo, vi sono gli stemmi dei Pontefici Pio V e Pio VI, con rispettive iscrizioni:

“PONTIFICI OPTIMO MAXIMO PIO V ALEXANDRINO / PATRIAE URBIS ET ORBI PATRI / A CLEMENTE XI SANCTORUM FASTIS ADSCRIPTO / ALEXANDINA CIVITAS / MATERNI AMORIS BENEMRITO FILIO / FILIALIS OBSEQUII MUNIFICIENTISSIMO PATR / MONIMENTUS HAUD SEMEL INSTAURAVIT . CANONICORUM ORDO / AD PRISTINUM EXEMPLAR RESTITUTUM / N NOVUM TRANSFERT / A.R.S. MCMX . PIO SEXTO P.O.M. BRASCHIO / DOMO CESENA ORUNDO ALEXANDRINO / ORDO SPLENDIDISSIMUS ALEXANDRINAE CIVITATIS / OB PRAECLARUM ERGA SE AMOREM / NOBILISSIMAE GENTIS BRASCHIAE INSIGNA / HEIC UNIVERSO PLAUDENTE POPULO RESTITUIT / ANNO REPARATAE SALUTIS MDCCCXXII. HUIUS MAXIMI TEMPLI FRONTE VETUSTA FATISCENTE / RENOVATA VEL INSTAURATA ORNATU PICTURA / CANONICORUM COLLEGIUM SPLENDIDUS REDINTEGRAVIT.

L’ultima cappella, destinata a battistero, presenta un discreto valore artistico, la Fonte Battesimale in marmo ed intarsio, su disegno del Conte Mella fu donato dal can. Talice. Era in programma il rifacimento totale, per cui venne iniziata nel 1938, in occasione del decennio di parrocchia dell’Arcip. Mons. Francesco Doglioli, con una pubblica sottoscrizione. La guerra interruppe l’iniziativa, per cui il Battistero, ripulito e decorato nel 1946 conserva ancora la primitiva forma. Presso il Battistero è sistemato il busto in marmo del Barnabita Card. Luigi Maria Bilio, alessandrino. Venne qui trasportato dalla navata centrale durante i restauri del 1926-29. Sul piedistallo è scolpita la seguente iscrizione:

“ALOYSIO M. BILIO / EX CON*R. CLERIC. REG. S.TI PAULI / EMINENTISSIMO CARDINALI / EPISCOPO SABINENSI / CONCIVES AMORIS LUCTUS OBSEQUII CAUSA. NATUS ALEXANDIAE VIII KAL. APRIL. MDCCCXXVI / BIDUO POST SACRO HEIC DE FONTE SUSCEPTUS EST / DE RELIGIONE SANCTA Q. SEDE / PRAECLARE MERITUS / PIISSIME OBIIT ROMAE / II KAL. FEB. A. MDCCCLXXXIV”.

Il Card. Bilio nacque in Alessandria il 25 marzo 1826 da Giuseppe Antonio, calzolaio, e Maria Maddalena Barali erbivendola. Passò ad abitare col calzolaio, amico del padre, Carlo Matis, uomo caritatevole, che diventerà il benefattore generoso del Bilio. A 14 anni entrava nel noviziato dei Barnabiti a S. Bartolomeo degli Armeni di Genova; faceva professione nella Pasqua del 1853; era ordinato Sacerdote a Vercelli nel 1857. Inviato a Roma, insegnò teologia nel Collegio della sua Congregazione e fu annoverato tra i Consultori di varie congregazioni romane. Fu opera sua l’elenco o Sillabo dei principali errori del tempo, per cui Pio IX deliberava di elevarlo alla dignità Cardinalizia e ciò avveniva il 22 maggio 1866. In seguito fu Prefetto o membro delle congregazioni romane del Concilio Vaticano, Penitenziere Maggiore e Vescovo suburbicario di Sabinia. Morì il 30 gennaio 1884 in Roma all’età di 58 anni. L’8 aprile 1886 fu inaugurato in Cattedrale il Suo monumento con l’iscrizione suddetta, erettogli per pubblica sottoscrizione, (scultore il milanese Fumeo).