Pontificale per la Pace 1° gennaio

Pontificale per la pace
Carissimi fratelli e sorelle, siamo all’inizio dell’anno e l’anno inizia, potremmo dire, in braccio a Maria. A Lei affidiamo questo anno perché sia sotto la sua intercessione, sotto il suo manto e porti frutto secondo la volontà di Dio. Una cosa che a me fa sempre pensare è che, per quanto ci impegniamo con le nostre forze e con le nostre energie, per quanto ci sforziamo di individuare il bene e di perseguirlo con tenacia, dedizione e grande impegno, tuttavia molto di quello che accade appartiene all’imperscrutabile; quasi mai le cose vanno secondo quello che abbiamo pensato o come lo abbiamo pensato. Questo è per noi un motivo di riflessione. L’unico in grado di fare andare le cose nel verso giusto è Dio, il quale si è presentato a noi come colui che fa andare giuste le cose storte. Non si è presentato come il più bravo di tutti, il più organizzato di tutti, quello che sa preordinare un piano che risolve tutti i problemi; si è presentato come colui che si adatta alle situazioni della storia dell’uomo, e riesce a volgere ogni cosa in senso positivo. Credo che su questo, come alessandrini, dobbiamo riflettere molto: in questo momento di crisi e di difficoltà per la nostra città, pensiamo che sicuramente le cose non stanno così proprio perché si voleva che andassero in questo modo, questo è abbastanza scontato. Ma questo vuol dire che non siamo proprio così capaci di condurre le cose nel modo giusto, nel modo migliore: siamo uomini, siamo esseri umani. Credo che questa caratteristica di Dio di volgere le difficoltà in bene sia veramente preziosa per noi oggi, perché questo è quello che fa vivere meglio l’uomo. Gesù ha salvato gli uomini morendo, Gesù ha salvato gli uomini assecondando la loro libera decisione e hanno pensato di torturarlo e di metterlo a morte: Gesù fa così. Questo è veramente indicativo per lo stile di vita da tenere per parte nostra; anche per le difficoltà c’è un modo di viverle con serenità, con dignità, con fiducia, un modo di viverle per cui il Signore riuscirà a trarre fuori qualcosa di buono da un momento difficile. Il nostro Dio è il Dio della speranza e noi dobbiamo essere, come la Madonna, gli uomini della fede. Questa notte alla messa che abbiamo celebrato alle 23.30, a cavallo tra l’anno vecchio e l’anno nuovo, ho proprio recitato con grande gioia il “Credo”, perché, penso, risponda al nostro stato, alla nostra situazione e alle nostre attese. “Credo in Dio” a prescindere da come stanno andando le cose; credo in Dio e so che il Signore, se mi fido, farà grandi cose; e se noi ci fidiamo insieme, il Signore farà grandi cose. Cari fratelli e sorelle, la vita, in fondo non è poi così difficile, perché se Dio è con noi chi sarà contro di noi? Vorrei ripercorrere con voi la parola di Dio di quest’oggi: abbiamo un Dio che benedice, che custodisce, che fa risplendere il suo volto su di noi, un Dio che ci dona la pace. Ma questo Dio fa così condividendo la storia dell’uomo; nella pienezza dei tempi Dio manda il suo figlio, nato da donna, nato sotto la legge per riscattarci tutti; Dio ci benedice e ci dona la pace entrando nella storia come un uomo in modo molto semplice. Nella natività vediamo proprio come questo bambino, adagiato nella mangiatoia, sia colui che i pastori – che rappresentano le persone dal cuore semplice – adorano. E Gesù nel corso del suo ministero dice: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11, 25). Cari fratelli e sorelle, il Natale ci richiama proprio questo: se noi siamo semplici, semplici di cuore, se noi sappiamo essere come bambini, come Gesù ci dice: “Se non ritornate come bambini non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 19, 14), noi sappiamo donare la presenza di Dio nel nostro mondo in quel modo nascosto che Dio continua a scegliere anche in questa celebrazione eucaristica nella quale Gesù si fa presente ma velato. Se noi riusciamo a riconoscere la presenza di Dio nelle pieghe della storia, se la adoriamo, se la assecondiamo, dalle pieghe della storia Dio farà emergere il suo bellissimo disegno. È quello che auguro a tutti voi con il cuore, perché questa nostra azione corale di riconoscere Dio nelle pieghe della storia, il Dio nascosto, sia beneficio a tutta la nostra società civile. La forza che ci viene da Gesù ci faccia essere punti di riferimento, persone solide che possono aiutare gli altri ad avere fiducia in questo momento di difficoltà. Cari fratelli tocca a noi non ad altri, e noi ci dobbiamo impegnare. I nostri cuori sappiano, in questa liturgia, riconoscere e adorare il Signore Gesù perché, nella storia di questo anno che stiamo incominciando, abbiamo la sua forza. Ringraziando le autorità presenti, vogliamo pregare in questa liturgia, in modo particolare, per coloro che ci governano, perché possano svolgere il loro ruolo nel modo migliore, nel modo più illuminato, e possano essere guide del popolo verso il bene, La Vergine Maria che presenta sulle sue ginocchia il Salvatore, il Figlio nato per salvare gli uomini, ci presenti Gesù in questa liturgia e porti i nostri cuori ad adorarlo in pienezza e con ardore.
Sia lodato Gesù Cristo.