Te Deum

Messa di ringraziamento – Te Deum laudamus
Num 6, 22-27; Gal 4, 4-7; Lc 2, 16-21
Carissimi fratelli e sorelle, il tempo viene scandito da Dio;
i nostri anni li stiamo contando dopo la nascita di Cristo, e lo facciamo perché siamo convinti che con Cristo è venuta una attinenza del tempo, come abbiamo ascoltato nella seconda lettura: “Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge perché ricevessimo l’adozione a figli”. Questo è il senso: è venuta la pienezza del tempo, Dio ha mandato suo Figlio per riscattare noi che eravamo sotto la legge, per ricevere una adozione, per diventare figli, non più schiavi della legge ma figli di Dio. E questo è un passaggio che non è per nulla scontato: se provassimo ad intersecarlo con la nostra concezione di vita cristiana credo che non pochi di noi trovino qualche sorpresa. Perché la nostra vita cristiana solitamente, molto spesso, oggi, è fatta di una serie di cose da compiere, da fare: “Vado alla messa la domenica, mi confesso ogni tot, cerco di essere onesto, non rubo, non uccido, non commetto adulterio …”; una legge. Ma allora Gesù che è venuto a fare se noi dopo la sua venuta abbiamo come riferimento una legge per la nostra vita spirituale? Sia chiaro: il cristianesimo non ripudia questa legge e non ci fa vivere senza legge; il cristianesimo è essere riscattati, noi che eravamo sotto la legge, per ricevere l’adozione a figli; essere riscattati dalle catene del peccato perché siamo nella legge e abbiamo i peccati. Cari fratelli e sorelle, io mi auguri che siate coscienti dei vostri peccati, perché quando non siamo coscienti dei nostri peccati e ci riteniamo dei bravi cristiani e delle persone a posto, vuol dire che siamo veramente in alto mare. Se così fosse, io modestamente non avrei bisogno di salvezza. E allora Gesù Cristo che è venuto a fare? È venuto per quelli cattivi mentre io sono bravo? Bisogna fare attenzione: siamo chiamati ad essere figli, cioè ad avere una relazione con il Padre veramente filiale, ed una relazione filiale non è fatta semplicemente di una serie di regole da osservare. Sapete benissimo che in una famiglia con i figli, se quello che tiene insieme sono solo delle regole vuol dire che le relazioni stanno soffrendo; sono le relazioni che devono essere la forza, il cemento di una vita familiare. Quando noi asserviamo soltanto delle leggi vuol dire che la nostra famiglia si trova in uno stato di crisi. “Riscattati dalla legge per essere figli”: ecco il senso di questo tempo prima di Cristo e dopo Cristo, prima della nascita di Gesù e dopo la nascita di Gesù. Dopo la nascita di Gesù tutto cambia, Gesù viene a cambiare la storia, viene a cambiare il senso della nostra vita che non è più osservare dei comandamenti o rapportarci a Dio come degli schiavi che obbediscono ad un padrone; ma il senso della nostra vita è che Dio ci concede di essere intimi a lui, e di avere una relazione come con un papà buono, infinitamente buono e “degno di essere amato sopra ogni cosa”. Questo cambia completamente tutte le cose cattive. Perciò siamo chiamati a vivere questo amore; questo amore poi porta con sé la novità di sguardo sul mondo, sulla vita perché quando vivo questo amore il mio sguardo sul mondo cambia. Cambia perché so che il mondo è il luogo dell’azione di Dio. Allora io non sono del mondo, ma vivo dentro al mondo; lo guardo con gli occhi di Dio. Dio il mondo lo ha redento, lo ha riscattato da dentro non da fuori, uno schiocco di dita poteva farlo, schiocco di dita e tutti salvi, “liberi tutti” come fanno nei loro giochi i bambini. Non ha fatto così: Dio ha riscattato il mondo da dentro e continua a riscattarci, ad esempio, con questa celebrazione eucaristica da dentro il mondo, non dall’esterno, da dentro la nostra vita. Che cosa succede quando Dio fa così? Dio ci benedice, “pone il suo nome su di noi” ci dice l’Antico Testamento, ci benedice, dice bene di noi e fa sì che noi riusciamo a vivere con amore. Allora come dice S. Paolo: “In ogni cosa rendete grazie”, anche noi rendiamo grazie per tutto quello che succede. Grazie Signore per tutti i doni che mi hai fatto quest’anno; grazie per le fatiche e le incomprensioni, in modo particolare con i mie confratelli, perché ci hanno fatto crescere perché ci hanno impegnato per far vincere il bene e l’amore. Grazie Signore per i doni di grazia che hai seminato nel tuo popolo, per la fede che è nei laici e nei preti e consacrati della Chiesa di Alessandria. Grazie Signore per questa fede che fa compiere atti generosi ed eroici, grazie Signore per la sete della parola di Dio che ho potuto vedere soprattutto nel cammino che abbiamo fatto nella zona città sul discernimento comunitario. Quante persone hanno voglia di conoscere il Signore e di meditare la parola di Dio. Grazie Signore per il desiderio che mi hai fatto vedere nei giovani che vogliono conoscerti, grazie Signore per la sete di crescita che ho visto nelle coppie e nelle famiglie che vogliono crescere i loro figli nell’amore di Dio. Grazie Signore per tutti i bambini e i ragazzi a cui ho conferito i tuoi sacramenti e il cui sguardo si sta aprendo sul mondo per scorgere la tua presenza; grazie Signore per tutte le persone che offrono la loro preghiera, la loro infermità, la loro fatica nella vecchiaia, nella malattia, nella sofferenza con amore. Grazie Signore per tutte le persone che mi hanno edificato con il loro comportamento; quanti doni di grazia, siamo una Chiesa che cammina con i difetti, ma con la gioia di seguire il Signore, un Signore che ci appassiona, un Signore che ci fa andare avanti, un Signore che ci fa camminare insieme, un Signore che ci mette nel cuore desideri grandi. Il nostro grazie lo diremo alla fine con il canto del Te Deum laudamus, Noi ti lodiamo o Dio e lo innalziamo al Signore per l’intercessione della Vergine Maria, la madre di Dio, colei attraverso la quale ci è arrivato Gesù Cristo, colei attraverso la quale, ci dice il Montfort, ci arrivano tutte le grazie, madre di ogni grazia. Vogliamo affidarci a Maria con affetto e amore, l’amore degli alessandrini per la Madonna è noto. Vogliamo rinnovarlo, affidarci a Lei e chiederle di intercedere per noi perché sappiamo vivere la nostra vita con profondità e con passione, seguendo Gesù da veri figli e non da schiavi.
Sia lodato Gesù Cristo.