Festa della beata Teresa Michel
Carissimi fratelli e sorelle quest’oggi, celebrando la festa della beata Teresa Grillo Michel, siamo di fronte alla figura di una donna che ha vissuto in modo peculiare il vangelo della carità che abbiamo ascoltato, e ha compreso in modo profondo il senso di quello che abbiamo ascoltato nella seconda lettura. San Giovanni dice nella sua prima lettera: “Carissimi amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio … In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato nel mondo il suo figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”. L’amore, l’amore vero è quello che non sta ad aspettare, non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi quando non lo meritavamo, e quando non ci pensavamo lui ci ha amato. Se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Quando San Giovanni scrive: “Anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri”, sta dicendoci che dobbiamo amare gli altri per primi. “Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi”: se Dio ha fatto così con me, anch’io devo fare così con gli altri e non devo aspettare che l’altro mi ami. Siamo sempre un po’ tutti in attesa perché comodo, perché abbiamo questo amore sentimentale e questo amore sentimentale è tanto bello: amo gli altri quando mi vogliono tanto bene, e speriamo di volerci bene insieme, così il nostro amore cresce. Non è questo l’amore di cui parla Gesù e di cui parla San Giovanni nella sua lettera: un amore unilaterale che c’è quando non c’è quello dell’altro. Diversamente se non ci fosse uno che inizia, chi si ama? Dobbiamo aspettare le folgorazioni simultanee di due persone? Già la folgorazione di una persona è rara, difficile quello di due nello stesso momento, uno per l’altra; non si amerebbe nessuno. L’amore vero è un amore che è gratuito: l’amore è gratuito non è qualcosa che do in cambio di qualcosa d’altro, e quando comincia a diventare o ad essere incluso in uno scambio, questo non è più amore, ma una sorta di moneta di scambio. Ma non è facile amare in questo modo. Vorrei suggerirvi questa seconda riflessione: la fondatrice era una laica, solitamente i fondatori di ordini religiosi sono laici; difficilmente, infatti, si passa da una congregazione per fondarne un’altra. Madre Michel era una laica che ha lasciato una impronta forte e che ha capito il vangelo, l’ha vissuto e l’ha messo in pratica, e poi ha aperto la strada a tante altre persone per vivere in questo modo. Non vorrei che pensassimo che l’amore, anche l’amore fraterno, sia un compito clericale; questo è un altro pensiero comodo, in questo modo tutti i laici sono esonerati e, se fanno qualcosa di grande, sono bravi, diversamente va bene così. Dio sta parlando a tutti noi a prescindere dal fatto che abbiamo il sacramento dell’ordine o che abbiamo o no emesso una professione religiosa; sta parlando ad ogni cuore, ad ogni persona e sta dicendo: “Ama, io ti amo; ama anche tu. Porta nel mondo l’amore attraverso la tua vita, attraverso il tuo impegno, attraverso la tua generosità, la tua donazione”. Costruire un mondo di verso si può, e ne abbiamo tutti la responsabilità, qualcuno tra noi di più e non è detto che sia io, perché questo è il mistero di Dio, un mistero bellissimo. Io, in confronto alla Michel, sono un ben poca cosa, perché quello che conta è la santità, non è il sacramento dell’ordine. La visione della Chiesa che vede la persona più importante nel Papa, è traviata da una visione di potere. Noi siamo per servire e quando non serviamo o serviamo per altre ragioni, facciamo danno alla Chiesa; con tutte le buone idee che possiamo avere per la testa facciamo danno alla Chiesa. Nella Chiesa le persone più importanti sono quelle che sono più docili alla parola di Dio, sono quelle che hanno il coraggio di ascoltarla e di credere di poterla mettere in pratica; mettere in pratica la parola di Dio è difficile ma bisogna crederci. Non la mettiamo in pratica perché siamo bravi e siamo capaci, e dopo due mila anni di storia della Chiesa, arriviamo noi che siamo capaci di vivere la parola di Dio, mentre tutti gli altri si arrangiano come possono. Non è così: la vita cristiana chiede una grande fede nella parola di Dio, chiede di dire: “Sulla tua parola getterò le reti”, anche quando hai pescato tutta la notte e non hai preso nessun pesce. Poi arriva il Signore, ti sale sulla barca e, al mattino, quando non è il momento di pescare, ti chiede di gettare le reti per la pesca e di fare un brutta figura davanti a tutti i tuoi colleghi pescatori che possono dire: “Guarda un po’ Pietro si è bevuto il cervello”. Perciò credere nella parola di Dio, credere che io la posso vivere, che ciascuno di noi la può vivere, e questo non è facile, ci vuole tanta fede, perché tutti ci chiediamo: “Santo io?”. È questo che vuole il Signore, che tu risplenda di santità nella Chiesa. Pensate che per me sia più possibile? Assolutamente no! È possibile e uguale per tutti, perché la santità non sta nella capacità del singolo, ma nell’accogliere la grazia di Dio. La Michel non è santa perché ha fondato una congregazione religiosa, l’ha fondata perché ha sentito che la volontà di Dio era questa, ma è santa perché ha ascoltato sempre la parola di Dio e la sua ispirazione. Oggi la Chiesa, ma non solo la Chiesa, tutta la società ha bisogno di santi, cioè di persone che amino gratis. Sto cercando dei volontari. Spero che mi diciate tutti di sì perché il mondo ha bisogno di questo, di gente che creda in questa follia per cui amare è possibile e amare per primi, in questo modo, il mondo cambia. La Vergine Maria e la Beata Teresa Michel intercedano per noi, perché riusciamo ad amare in questo modo, e a credere a Dio e alla sua parola per essere strumenti del suo disegno nel mondo.
Sia lodato Gesù Cristo.