Madonna della Salve
Primo pontificale
At 3, 13-15.17-19; 1Gv 2, 1-5a; Lc 24, 35-48
Carissimi fratelli e sorelle san Giovanni apostolo ci da un criterio: “Da questo sappiamo di avere conosciuto Gesù: se osserviamo i suoi comandamenti”. È un criterio durissimo, per cui ci verrebbe da dire: “Non lo abbiamo proprio conosciuto”. “Chi dice: ‘Lo conosco’, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità”. Rincara la dose. “Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto”. Questo criterio di san Giovanni, molto duro, ci richiama ad un punto essenziale: l’osservanza dei comandamenti viene dall’aver conosciuto Gesù; se, infatti, conosco Gesù osservo i suoi comandamenti. Se non osservo i suoi comandamenti vuol dire che non l’ho conosciuto, perché se lo conosco li osservo. Allora qual è il rimedio? Il nostro tipico rimedio è questo: mi accorgo che non osservo i comandamenti cerco di osservarli. Sbagliato! È una strada impercorribile, perché da solo non ce la posso fare; perché osservare i comandamenti di Dio è fuori dalla portata dell’uomo, se non fosse che l’uomo ha la capacità di mendicare, di implorare da Dio il suo amore per osservare i comandamenti. Il criterio per la vita cristiana, dunque, è quello di conoscere Gesù; se voglio osservare i suoi comandamenti, quando mi accorgo che non li osservo, devo conoscere Gesù. La mia idea deve essere questa: non lo conosco abbastanza, lo devo conoscere di più perché non ne ho ancora l’esperienza sufficientemente viva, personale, diretta. Conoscere Gesù è una esperienza che dà turbamento; questo ce lo dice il Vangelo. Anche gli apostoli conoscevano Gesù, ma conoscere il Risorto, è sconvolgente. Nel cenacolo ci sono i discepoli di Emmaus che sono ritornati per raccontare il loro incontro con il Signore, sono ritornati al cenacolo per questo, ma gli altri apostoli non credono, come non avevano creduto alle donne, come non avevano creduto a Maria Maddalena. In tutta la giornata gli apostoli hanno fatto una strenua resistenza alle notizie riguardanti la risurrezione di Gesù. Poi Gesù appare. Secondo me un po’ per dire: “Basta! Mi sono stufato, non ce la fate proprio a credere”. Ha voluto far fare agli apostoli l’esperienza di quello che poi gli altri avrebbero fatto con loro, perché a noi tocca credere alla parola degli apostoli. Gesù risorto non è apparso personalmente a ciascuno di noi; se così fosse mi rallegrerei con voi, ma a me non è successo. Io credo perché mi è stato annunziato dagli apostoli, dai loro successori, da coloro che hanno raccolto questa testimonianza e mi sono reso conto che, vivendola, questa testimonianza è vera. Quindi Gesù vuol far passare agli apostoli quello che gli altri avrebbero sperimentato quando loro stessi avrebbero annunziato la risurrezione di Cristo. Gesù quando appare e dice: “Pace a voi”, e questi, sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne ed ossa, come vedete che io ho”. Gesù si fa riconoscere come l’uomo della croce. È una cosa strana che Gesù sia risorto con i buchi; non è che noi risorgiamo sforacchiati se ci sparano. Gesù è risorto con i buchi dei chiodi perché quelli erano la testimonianza del fatto che lui ha dato la vita per noi, che ci amati fino alla morte; sono un segno di gloria e come tali stanno bene in un corpo glorificato. Gesù mostra le mani e i piedi e gli apostoli “per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore”. Capite bene che chi ha preso un cadavere, lo ha schiodato da una croce, l’ha messo in un sepolcro non è così semplice, due giorni dopo, credere che sia lì bello e tranquillo, vivo e vegeto. Qualcuno si diverte a pensare: “Hanno preso un sosia”. È facile trovare uno che faccia finta di essere risorto, praticargli dei fori nelle mani e nei piedi e farlo camminare in due giorni! A volte c’è della gente che fa delle ipotesi assurde. E poi li richiama alla parola di Dio: “Sono queste le parole che vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosé, nei Profeti e nei Salmi”. “Il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni”. Carissimi fratelli e sorelle, il nostro essere assemblea pasquale, come è l’assemblea dei cristiani che si riunisce la domenica, pasqua della settimana, ha senso tanto quando noi siamo capaci di percepire, di conoscere, di riferirci al Cristo risorto e vivo. Siamo qua perché crediamo in Gesù che ha detto: “Dove sono riuniti due o più nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Noi siamo riuniti nel nome di Gesù e lui è in mezzo a noi, vivo. Non stiamo andando dietro ad una idea; lo so che sembra una pazzia questa, me ne rendo conto quando dico queste cose che sembrano da pazzi; noi ci mettiamo di fronte a queste cose da pazzi e facciamo una scelta, oppure, se non scegliamo non viviamo né la vita cristiana, perché da soli è impossibile, né la vita del mondo perché abbiamo il collo girato verso Cristo perché ci affascina. Dobbiamo arrivare a scegliere Gesù vivo, a riconoscerlo, a incontrarlo. La Vergine Maria ci faccia percorrere insieme questo cammino, perché la nostra vita cristiana sia un consegnarci al risorto, a colui che vive, a colui che regna nei secoli dei secoli, a colui che vuol fare della nostra vita un capolavoro e riempirla di felicità.
Sia lodato Gesù Cristo.