Madonna della Salve
Pellegrinaggio del Clero
At 8, 1-8; Gv 6, 35-40
Carissimi confratelli nel sacerdozio
carissimi fratelli e sorelle
siamo venuti ad omaggiare la Madonna della Salve della nostra riconoscenza per la sua presenza di intercessione vicino a noi per quanto rappresenta, perché sappiamo che Maria è immagine e icona della Chiesa, e quindi per il ruolo che ha per tutti noi e per il nostro ministero. Negli Atti degli Apostoli che abbiamo ascoltato, ci è stato letto questo evento particolare per cui la missione della Chiesa comincia da una situazione decisamente avversa. La cosa interessante è che quando si è nelle avversità si fatica a vedere il senso buono: l’avversità pesa, il fatto che qualcuno ti voglia fare la pelle, non è poi questo grande avvenimento di grazia a prima vista. Ma ovviamente lo si vede come un evento faticoso, doloroso: “In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria”. È proprio da questo evento che comincia l’evangelizzazione così forte, così aperta, così rivolta a tutti, e quello che era un momento di fatica, quando Saulo cercava di distruggere la Chiesa, si trasforma in grazia perché “quelli che si erano dispersi andarono di luogo in luogo annunciando la Parola”. La grande evangelizzazione della Chiesa non comincia da una programmazione, ma dalla lettura degli eventi e dal vivere la realtà quotidiana con semplicità, rimanendo fedeli a questa presenza di Cristo sentito in modo vivo. Cristo vivo e risorto era la ragione del ministero degli apostoli. Il nostro Papa Francesco ci richiama frequentemente a questo senso kerigmatico del nostro ministero basato sull’annuncio centrale della vita cristiana, e ci sono folle che prestano attenzione alle parole di chi evangelizza e che ottengono grande gioia. Ecco, carissimi confratelli, io penso che questo momento non facile per la Chiesa, nel quale non abbiamo più grandi folle come una volta, ma viviamo la sensazione di essere un piccolo gregge, sono convinto che questo sia un momento di grazia. Non so esattamente perché, lo dico a priori perché così fa il Signore e in questi momenti di difficoltà e di fatica fa venire fuori grandi grazie. A noi però è richiesta la fede, cioè perseverare convinti che il Signore fa qualcosa di buono, ed è richiesta anche la comunione per leggere insieme i segni dei tempi e la realtà di oggi, e per capire come il Signore voglia, anche oggi, entrare con forza nella nostra Chiesa e nella nostra società. Perché la volontà di colui che ha mandato Gesù è che questi “non perda nulla di quanto gli ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno”. Dio vuole salvare il suo popolo, per questo siamo chiamati anche noi ad andare per primi a trovare in Gesù il gusto, il cibo vero, il pane della vita. E questo cibo vero è l’amore: Gesù viene a darci l’amore: “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. E anche adesso, celebrando l’eucaristia, siamo di fronte all’amore di Gesù, ad un amore grande, ad un amore forte, ad un amore che si spende. Questo amore è il nocciolo, il cuore di tutta la nostra vita, e deve diventare il cuore delle nostre comunità. Vogliamo allora chiedere la grazia che, anche per noi, sia valida questa intenzione di Gesù che nessuno di quelli che ci sono stati affidati vada perduto; e lo chiediamo sapendo che questo avverrà quando Gesù sarà veramente il nostro pane della vita, quando andando da lui non avremo più fame, credendo in lui non avremo più sete, mai. Lo chiediamo per l’intercessione della Vergine Maria, la Regina degli apostoli, colei attorno alla quale è nata la Chiesa; da lei che non ha fatto la missionaria è nata la missionarietà, da lei che non ha fatto l’apostola è nata l’apostolicità. Ci affidiamo alla sua intercessione dolcissima e premurosa e chiediamo che, di nuovo, in questo cenacolo che idealmente è la nostra cattedrale, interceda per tutti noi, piccolo gregge, piccolo collegio apostolico riunito in questa Chiesa del Signore, perché sappiamo operare quello che il Signore desidera e sappiamo portare gioia in questa città, grande gioia anche ad Alessandria.
Sia lodato Gesù Cristo.