Madonna della Salve – Pellegrinaggio zona Cristo e Valenza

Madonna della Salve
Pellegrinaggio Zona Cristo e Valenza
At 8, 26-40; Gv 6, 44-51
Carissimi fratelli e sorelle la liturgia della parola di questa sera, traduce in parole che toccano il cuore quello che viviamo nell’assemblea radunata per dare lode al Signore, per mettersi sotto la protezione di Maria e incontrare Cristo. Cristo parola, Cristo nostra vita, Cristo pane della vita ci ha detto parole forti: Gesù è il pane della vita. Abbiamo suddiviso i cinque giorni feriali del pellegrinaggio delle zone alla Salve, sui cinque verbi del convegno di Firenze che si celebrerà ad ottobre, convegno ecclesiale che viene fatto ogni dieci anni dalla Chiesa cattolica italiana. Siamo partiti lunedì scorso con “uscire”: la Chiesa incontra Cristo risorto ed esce: “annunciare”, la Chiesa esce per annunciare, e ha da annunciare l’amore di Dio: “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. “L’amore più grande” è anche il titolo dell’ostensione della Sindone. “Abitare”, il secondo verbo, perché chi annuncia abita il mondo, lo vive in pienezza, lo abita chiamandolo ad essere qualcosa di nuovo, se lo prende a cuore. Questa sera parliamo di “educare”. Abbiamo ascoltato nel vangelo Gesù che cita i profeti: “Tutti saranno istruiti da Dio”: dunque ha ascoltato il Padre, ha imparato da lui e viene a noi. Non si può vivere la vita cristiana senza l’attenzione all’educare, perché non si arriva a Dio come dei marziani, da un altro pianete, ma si arriva a Dio camminando dentro una comunità di credenti, con un popolo pellegrinante come lo siete voi questa sera. È così che si arriva a Dio. Certo è Dio l’ispiratore di tutto questo: il nostro educare non è l’educare di chi possiede tutti i canoni, le verità e i riferimenti e, benevolmente, lo comunica agli altri che non capiscono nulla, ma il nostro educare è l’azione di chi sa che è preceduto da Dio e che è Dio che suscita tutto questo. Lo vediamo molto bene nella prima lettura: “Un angelo del Signore parlò a Filippo”, questi era un diacono. Il diaconato è il livello più basso del sacramento dell’ordine; il Signore si serve di un diacono, non di un apostolo, non di un anziano o di un presbitero, ma di un diacono. E l’angelo del Signore parla a questo diacono e gli dice: “Alzati e va’ verso il mezzogiorno sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza, essa è deserta”. È Dio che prende l’iniziativa nell’educare, è Dio che suscita una persona che possa educarci e che ci istruisca sulle verità che sono necessarie per godere appieno di questa vita e arrivare alla vita eterna. Questa persona chiamata da Dio deve essere una persona un po’ folle, non tutta normale, perché per obbedire ad uno che ti dice: “Guarda vai su una strada che è deserta”, devi essere un po’ folle, devi essere uno che non ha tutti i teoremini in testa già dimostrati, devi essere uno che sta al gioco di Dio, un gioco provocante, un gioco che ti costringe a ripartire, a metterti in discussione, a confrontarti con quello che non puoi possedere, che non puoi controllare e che ti sfugge. Come ci piace controllare le cose, avere tutto sotto controllo, tutto in ordine; “so che cosa devo fare ed è tutto programmato”: come ci piace. E invece Dio ci dice: “Vai su quella strada deserta”. E tu ti fidi e o ci vai, o non ci vai. È solo quando ti fidi e ci vai che vedi su quella strada deserta uno che sta tornando da Gerusalemme verso il suo paese. Sta iniziando un lungo viaggio: questi, su un carro, era venuto dall’Etiopia fino a Gerusalemme; era colui che amministrava tutti i tesori della regina di Etiopia, una persona importante, un eunuco. “Disse lo Spirito a Filippo”: gli Atti degli apostoli sottolineano come sia sempre Dio a prendere l’iniziativa. “Va’ avanti, accostati a quel carro”. E Filippo corre avanti e sente che questi stava leggendo il profeta Isaia e gli dice: “Capisci quello che stai leggendo?”: E questi gli risponde: “E come potrei capire se nessuno mi guida?”. “Tutti saranno istruiti da Dio” ha detto Gesù. C’è bisogno che qualcuno ci sveli il senso delle scritture, e Gesù lo fa. Se tutti fossimo direttamente ammaestrati da Gesù con visioni interne ed esterne, non si capirebbe più nulla, poiché cammineremmo nella visione e non nella fede: non sarebbe un bene per noi poiché avremmo un atteggiamento servile nei confronti di Gesù. “Come posso capire se nessuno mi guida?”. E invitò Filippo a salire sul carro accanto a lui. E Filippo gli spiega le profezie che riguardano Gesù. Alle fine l’eunuco quando giungono dove c’era dell’acqua dice: “Ecco qui c’è dell’acqua, che cosa impedisce che io sia battezzato”, e viene battezzato. “Quando salirono dall’acqua lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più, e pieno di gioia proseguiva la sua strada”. Ieri osservavamo come le città dove Filippo predicava erano piene di gioia; l’eunuco è pieno di gioia, il segno del vangelo è la gioia. Oggi provocatoriamente vorrei dire che per troppi anni noi non abbiamo vissuto questa gioia. Basta! È ora di smetterla, è ora di finirla con questa storia che quando la gente esce fuori dalla chiesa non capisce se c’è stato un funerale o la messa di pasqua. La gioia deve essere il segno distintivo del cristiano perché così dice la Sacra Scrittura. Se non siamo contenti non siamo cristiani veri. Se il cristianesimo è un pesante fardello, lasciate perdere. Il cristianesimo è gioia; cercate la gioia perché Gesù ci fa vivere meglio. L’educazione non è un incasellare le persone dentro un insieme di precetti e di regole che preservano da problemi, l’educazione è un tirar fuori la gioia da una persona. Ma per tirare fuori la gioia da una persona è necessario, assolutamente necessario che chi la tira fuori la conosca e la viva, e sappia qual è la vera gioia. E la vera gioia è vivere l’amore, nulla nella vita ci lascia più gioiosi dell’amore e l’annuncio cristiano è l’annuncio dell’amore: Dio ti ama, Dio ti vuole bene, Gesù ha dato la vita per te; Gesù ti sta seguendo in ogni tuo passo, quello che hai fatto oggi era, istante per istante, sotto gli occhi di Gesù. Oggi quando tu hai sorriso a un fratello o a una sorella, quando tu hai pianto, quando tu hai faticato, quando tu hai lavorato, quando tu stavi camminando o stavi guidando eri sotto l’occhio di Gesù che ti stava amando. E Gesù è sempre davanti a noi e dentro di noi a dirci: “Ti amo, nutriti di me perché chi si nutre di me non avrà mai più fame in eterno, chi crede in me non avrà più sete, mai”. Carissimi fratelli e sorelle chiediamo al Signore di essere portatori di questa gioia, lo chiediamo veramente con tutto il cuore per tutti noi, prima di tutto per il Vescovo perché anche lui ha bisogno di preghiera; per i vostri sacerdoti che sono il segno di Cristo con voi, coloro che si spendono per voi; lo fanno con i loro difetti, ma, fatto ineliminabile, hanno deciso di dedicare la loro vita a questo; potevano fare altro, ma hanno deciso di dedicare la loro vita a voi. Pregate per i vostri sacerdoti. Preghiamo per il nostro seminario. Questa sera abbiamo con noi il seminario interdiocesano: ringrazio il rettore, don Carlo, il padre spirituale, p. Lino, preghiamo per tutti loro perché si formino ad essere persone portatrici di gioia, e che conoscano Cristo profondamente. E preghiamo per tutti noi, perché il Signore Gesù compia il suo disegno di gioia, di pace e di amore nella nostra Chiesa di Alessandria; che la nostra città, la nostra diocesi possa esultare di gioia. Nostra Signora della Salve è l’esempio di questa grande gioia, la donna dal cui cuore è scaturita l’esultanza in Dio suo salvatore. Il “magnificat” è proprio un canto di esultanza; recitandolo tutti i giorni con i vespri, penso all’esultanza di Maria, a lei che questa gioia l’aveva nel cuore. Ci affidiamo a lei perché con la sua intercessione, con la sua maternità così dolce, faccia suscitare nei nostri cuori questa gioia grande, una gioia da comunicare, una gioia da insegnare e da trasmettere. La vogliamo gustare adesso nella celebrazione eucaristica, nella quale il popolo di Dio che siamo tutti noi innalza al Padre il suo rendimento di grazie per il grande dono di Cristo Gesù, il Salvatore, l’unico salvatore del mondo, e che per opera dello Spirito Santo si rende presente nell’eucaristia. Preghiamo perché possiamo gustare la bellezza e la profondità di questa celebrazione.
Sia lodato Gesù Cristo.