Reposizione della Salve
At 11, 1-18 Gv 10, 1-10
Carissimi fratelli e sorelle abbiamo concluso la nostra festa della Madonna della Salve e siamo qua a rendere questo ultimo omaggio a Maria, e siamo qua tristi per la giornata di ieri, io in particolar modo per non aver potuto compiere la mia prima processione. Conserviamo nel cuore il desiderio che tutto quello che abbiamo vissuto in questi giorni, non sia un episodio che mettiamo tra parentesi, come si dice: “passata la festa gabbato lo santo”. Guai a noi se così fosse; la festa della Madonna della Salve sia il riferimento dal quale traiamo l’ispirazione per un vivere differente, per un vivere più profondo, per un vivere in una comunione più grande con Maria e con il suo Figlio Gesù, perché Maria sempre ci porta a Gesù. Però questa devozione mariana va misurata con severità; dobbiamo essere un po’ severi con noi stessi, nel senso che dobbiamo chiederci se effettivamente porta frutto, perché deve portare il frutto dell’incontro con Cristo. Questa è la caratteristica di Maria: da sempre Maria è colei che ci fa incontrare Gesù, ci porta Gesù e ci porta a Gesù, così come ha fatto nell’incontro con la sua cugina Elisabetta: ha portato Gesù ad Elisabetta. Ma non solo ha portato Gesù ma è colei che ci porta a Gesù perché dove c’è Maria veniamo sempre condotti da lei verso Gesù. Le apparizioni mariane ne sono una testimonianza. Dobbiamo mettere alla prova e misurare la nostra devozione: la nostra festa della Salve ha portato frutto in me? Ha portato il frutto di un amore più vivo a Gesù? Ha portato il frutto della voglia di vivere la missione evangelizzatrice alla quale ci chiama Papa Francesco e l’Evangelii gaudium? Abbiamo ascoltato nella prima lettura l’episodio accaduto a San Pietro che era un po’ bloccato nella sua apertura nei confronti dei fratelli più lontani, ma il Signore gli ha fatto capire con una visione che doveva aprirsi anche ai lontani e per farglielo capire ha effuso lo Spirito Santo sui pagani. Non potevano pensarlo gli apostoli, evidentemente, tant’è vero che quando torna indietro gli chiedono: “Ma che cosa hai fatto?”. Lo rimproverano e Pietro deve spiegare: “Se Dio ha dato loro lo stesso dono che ha dato a noi per avere creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?”. Questo vale anche per noi, il Papa ci chiede di essere una Chiesa in uscita, andare verso tutti, anche verso i lontani, avere capacità di incontro con tutti. Il vangelo ci ha richiamato questo stesso concetto dicendo che, per Gesù, ci sono altre pecore, sta parlando appunto dei pagani, che deve guidare per essere un solo gregge e un solo pastore. E dice: “Io sono il buon pastore e il buon pastore dà la propria vita per le pecore”, questo incoraggiamento è grande: Gesù dà la vita per noi. Il nostro uscire ha una motivazione e una consolazione: il Signore è con noi, il Signore dà la vita per noi, il Signore ci è vicino. Guai a noi se l’evangelizzazione fosse una nostra iniziativa personale, è una iniziativa di Cristo, è Cristo che evangelizza, è Cristo che vive in noi, è Cristo che si serve di noi. Ecco, cari fratelli e sorelle, credo che queste parole ci possono instradare ed aiutare ad edificare la nostra devozione mariana e vedere se ci fa portare frutto; se non ci fa portare frutto vuol dire che deve diventare più autentica e sincera, più profonda. Se ci fa portare frutto teniamoci stretti a Maria che non mancherà di guidarci ed aiutarci ad essere cristiani gioiosi. Vogliamo chiedere alla Madonna la grazia che, dopo questa festa, il Signore porti frutti nei nostri cuori, ci faccia progredire e camminare nella gioia e nell’apertura ai fratelli.
Sia lodato Gesù Cristo.