Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Gn 3, 9-15.20; Ef 1, 3-6.11-12; Lc 1, 26-38
Carissimi fratelli e sorelle, con questa solennità è cominciato a Roma il Giubileo straordinario della misericordia. Questo Giubileo chiede come primo passo, da parte nostra, la capacità di chiedere misericordia a Dio. Abbiamo fatto all’atto penitenziale il canto: “Kyrie eleison”, vuol dire “Signore pietà”, oppure “Abbi misericordia”, ed è il modo più dolce che io conosca di chiedere al Signore di avere misericordia di noi. “Signore abbi misericordia, abbi misericordia”: lo chiediamo in questo giorno in cui la misericordia di Dio si è fatta tangibile. La misericordia di Dio non è tanto visibile perché si è manifestata ad una donna, la quale ha concepito nel suo grembo un bambino e questo bambino è il Figlio di Dio fatto uomo. Questi rimane tutto nascosto per quasi trent’anni, tutto nascosto. Ma la misericordia di Dio si è messa in cammino: Dio si è fatto vicino all’uomo, Dio si è fatto il “Dio con noi, l’Emmanuele”. Allora all’Immacolata Concezione, quando noi ricordiamo Maria preservata dal peccato, la guardiamo già con lo sguardo di colei che è stata salvata; concepita, salvata da Cristo, concepisce Cristo il Salvatore. Passano trent’anni e avviene la salvezza: un cammino lungo, non è diretto. Così avviene della nostra misericordia; quando il Vangelo ci ricorda che in Maria, concepita senza peccato originale, avviene la concezione di Gesù, intende dirci che la misericordia di Dio entra nel mondo in modo silenzioso ma forte, e Maria è colei che crede a questo piano di salvezza. Cari fratelli e sorelle, ci credete? Non in modo generico, lo chiedo a tutti noi, a ciascuno di voi, alla città di Alessandria. Alessandria può essere la città della salvezza di Dio? La città dei salvati? Tu puoi essere il salvato, il santo, quello che Dio desidera tu sia? A dirla così viene da dire un “no”. Chi sono io? Ma la forza di Dio sta nella capacità di salvare ciascuno di noi come ha fatto con Maria, ma solo se abbiamo fede: questo è il punto. Maria ha avuto fede. Perché ha avuto fede? Perché Maria è colei che è capace di mettere Dio al posto che merita, cioè al primo posto, in centro; Maria è colei per cui Dio è il centro della vita. Noi diciamo che il Signore è il nostro Dio, ma tutti sappiamo benissimo che purtroppo nonostante questa vera e autentica intenzione che abbiamo nel cuore, poi di fatto non è così facile tenerlo al centro, per nessuno e anche per il Vescovo. Non è così scontato, è una cosa da guadagnare tutti i giorni. Ma in effetti le cose sono state complicate nella realtà perché, all’inizio, questo è stato veramente il problema. Quando Dio cerca l’uomo nel giardino, dopo che questi ha peccato, quando Dio prefigura l’Immacolata con quell’immagine della donna che schiaccerà il capo del serpente, come noi raffiguriamo sempre la statua dell’Immacolata, è avvenuto che l’uomo e la donna si sono trovati in una condizione problematica a causa di una cosa essenziale: non aver messo Dio come centro della loro vita. Hanno seguito il serpente che li ha ingannati, è stato bravissimo, estremamente suadente. Ha cominciato con il far quattro chiacchiere dicendo alla donna: “Ma è vero che Dio ha detto che non dovete mangiare di nessun albero del giardino?”. Esagerato! E la donna si sente confortata e inizia ad interloquire con lui: “Ma no, degli altri alberi che sono nel giardino possiamo mangiare, ma dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ci ha detto che non lo dobbiamo mangiare e che non lo dobbiamo neppure toccare, altrimenti moriremo”. Falso, falso perché quell’albero della conoscenza del bene e del male non è in mezzo al giardino, è l’albero della vita che è in mezzo al giardino e non l’albero della conoscenza del bene e del male; è una invenzione, una esagerazione falsa, perché Dio non ha detto neppure che lo si doveva toccare. Noi mettiamo il male al centro della nostra vita al posto di Dio. Fatichiamo a guardare il bene come centrale e ci sembra che sia il male il centrale. Volete un esempio? Il terrorismo: è geniale questo terrorismo moderno, diventa il centro delle notizie in modo che noi abbiamo la sensazione e la percezione che questo sia il centro. Non è la realtà; la realtà, infatti, è che il bene è molto, molto di più di ciò che è il male e il terrore. Ma la capacità del male è questa: poche persone riescono a mettersi al centro e a indurci a pensarle centrali. Questa è la caratteristica di sempre della lotta tra il bene e il male. Ecco la capacità di credere che la salvezza di Dio è all’opera, anche se non la vediamo al centro, in Gesù, nell’Immacolata concezione di Maria, nella concezione di Gesù nel grembo di Maria. Il mondo sembra che continui ad andare per la sua strada. Anche quando Gesù è nato, i pastori dicevano: “Ecco è nato il salvatore; ecco il messia per voi”. Bene, benissimo ma poi aspettano, aspettano per lunghi anni, e per decenni non vedono altro che un bravissimo falegname di Nazaret, un giovane che non si è nemmeno sposato, che vive con sua mamma. E la salvezza? Quando esce fuori che fa? Muore in croce. E la salvezza? Carissimi fratelli e sorelle, vedete l’Immacolata ci offre degli spunti molto profondi, tocca a noi imparare da Maria e mettere Dio al centro e credere che Dio oggi, in Alessandria, nella tua vita sta operando la salvezza: abbi fede, credici, metti Dio al centro della tua vita, nonostante l’apparenza vedrai che con il tempo fiorirà la salvezza di Dio nella tua vita con abbondanza di frutti, perché Dio vuole così. La Vergine Maria interceda per noi e faccia sì che questo disegno bellissimo di Dio si realizzi nella vita di ciascuno, e se si realizza nella vita di tanti di noi la primavera ad Alessandria diventerà visibile. Vogliamo continuare nella celebrazione eucaristica nella quale Gesù mostra a noi la salvezza sempre in un modo nascosto; vedremo soltanto del pane e del vino ma è presente Gesù. La Vergine Maria ci aiuti ad accogliere questa presenza, a riconoscerla, a nutrircene per essere presenza di salvezza nella nostra società.
Sia lodato Gesù Cristo.