Battesimo del Signore
Is 40, 1-5.9-11; Tt 2, 11-14; 3, 4-7; Lc 3, 15-16.21-22
Carissimi fratelli e sorelle il profeta Isaia profetizza e dice: “Alza la voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio”. Nel vangelo che abbiamo ascoltato, Giovanni Battista parla di Gesù come di colui che è più forte di lui. Si tratta di nuovo di una potenza: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non son degno di slegare i lacci dei saldali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Battezzare, un verbo greco, significa immergere; egli vi immergerà in Spirito Santo e fuoco; io vi ho immersi nell’acqua ma egli vi immergerà nello Spirito Santo. In un brano parallelo, detto a Giovanni Battista come profezia, Gesù è colui sul quale scende e si posa lo Spirito Santo; permane lo Spirito su di lui. Ora questa potenza di Gesù in che cosa consiste? Noi sappiamo bene che non è una potenza umana, non è una potenza militare, non è una potenza economica; in che cosa consiste la potenza di Gesù? La grande regalità di Cristo si esprime in pienezza sulla croce quando è coronato di spine e vi è la scritta: “Gesù nazareno re dei giudei”; è la sua potenza è la potenza dell’amore, e lo Spirito Santo è il dono dell’amore del Padre verso il Figlio e del Figlio verso il Padre. Qua sta la potenza. Stiamo parlando dell’amore di Dio, non del nostro amore umano, e se noi pensassimo di sbrigare la nostra vita umana semplicemente amando gli altri con le nostre capacità di amore umano che comunque abbiamo tutti, credenti ed atei, ancora non sfioreremmo il cristianesimo. Perché si tratta di un altro amore: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” dice Gesù, non dice semplicemente “amatevi gli uni gli altri”, ma dice “amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”, cioè con quell’amore che viene dal Padre e che è lo Spirito Santo. Noi ci facciamo tante scorciatoie nella vita cristiana, la rendiamo talmente una scorciatoia che sparisce, perché tagli sullo Spirito Santo, tagli sull’amore e altro, che ci rimane? Due e tre regolette morali per giunta odiose: è questa la vita cristiana? Siamo sicuri che sia questo il messaggio che ha affascinato il mondo con così grande potenza? Sono sicuro di no! La vita cristiana è un’altra cosa; la vita cristiana è basata sull’esperienza dell’amore, ecco che cosa vedevano le persone. E Gesù l’aveva detto la sera prima di morire: “Da questo sapranno che siete miei amici, se avrete amore gli uni per gli altri”. Non un amore umano ma un amore soprannaturale, l’amore del Padre verso il Figlio e del Figlio verso il Padre. Carissimi la Chiesa non è una agenzia umana, non ha origine umana, ve lo posso assicurare perché i nostri difetti e, recentemente se ne sono riempite le pagine dei giornali, sono tali e tanti che non potremmo fare due anni di vita; altro che due mila se fosse roba nostra. La Chiesa è cosa divina nella quale noi, povere persone, pastori e popolo di Dio, siamo chiamati a vivere il mistero dell’amore con la nostra fragilità, irrorata dalla potenza dell’amore di Dio. E questo amore non cambia radicalmente le nostre coordinate e la nostra struttura, non elimina completamente i nostri difetti, ma dentro la nostra vita, così com’è, agisce e porta frutto. Ecco carissimi fratelli, non siamo salvati per opere giuste da noi compiute, come diceva la seconda lettura, ma per la sua misericordia. Io credo che, in questo anno della misericordia, dobbiamo prima di tutto ricordarci della grande misericordia di Dio che ci ha salvati e quindi usare questa stessa misericordia nei confronti dei fratelli; ma parliamo nuovamente della misericordia di Dio perché la mia non basta. Ecco allora il senso di donare lo Spirito Santo attraverso il sacramento della confermazione; è una cosa immensa, carissimi fratelli e sorelle, è veramente una cosa immensa. Spero che riusciamo a capire questo dono che ci viene fatto, capirne il senso: è l’amore di Dio, è il dono del Padre e del Figlio, ed è quello che deve agire nella nostra vita perché il Figlio di Dio è colui che “è guidato dallo Spirito di Dio” ci dice San Paolo. Dobbiamo lasciarci guidare dal dono dello Spirito; lasciare che questo amore scorra nel nostro cuore e nella nostra vita e tocchi tutte le persone che incontriamo. Vogliamo allora proseguire questa santa celebrazione chiedendo la grazia, per questi nostri fratelli che riceveranno il dono dello Spirito, perché possano sperimentarne la dolcezza di questo dono. Ricordo infine a tutti che la potenza dello Spirito Santo la si può sperimentare solo nella comunità, così succedeva dagli inizi. Chiediamo al Signore la grazia di essere capaci di vivere una vera vita di comunità e sperimentando la potenza dello Spirito di Dio nella nostra vita.
Sia lodato Gesù Cristo.