Mercoledì delle Ceneri
Gl 2, 12-18; 2Cor 5, 20-6,2; Mt 6, 1-6.16-18
“State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro”; “Non fare come fanno gli ipocriti …” lo ripete tre volte: “Quando fai l’elemosina non suonare la tromba davanti a te come fanno gli ipocriti”, “Quando pregate non siate simili agli ipocriti”, “Quando digiunate non diventate malinconici come gli ipocriti”. La vita cristiana è un cammino interiore non una recita; la recita è molto più bella, fai finta che … e ti metti a recitare quella parte; invece per vivere devi cambiare, non puoi far finta che, devi proprio cambiare la tua vita, diversamente ti trovi a fare come gli ipocriti. Ipocrita è una parola greca; gli ipocriti erano gli attori che portavano una maschera davanti al viso che serviva per dare un tono espressivo, e anche, problema che oggi non abbiamo, per amplificare la voce. Questo problema della vita cristiana viene messo in luce, in modo veramente mirabile, dal profeta Gioele per bocca del quale il Signore dice: “Ritornate a me con tutto il cuore”. Il Signore non ci chiede di fare questo o quello, ci dice: “Ritorna da me; hai vagato troppo tempo distante, ritorna da me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti”. Voi sapete che cosa sarebbe, in una storia d’amore, ritornare da una persona che ti ama facendo soltanto digiuni, pianti e lamenti ma senza il cuore, sarebbe uno strazio, sarebbe un insulto a questa persona. “Ritornate a me con tutto il cuore, laceratevi il cuore, non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male”. Carissimi la quaresima è questo: è un tornare a Dio. La quaresima è prima di tutto un lavoro sul cuore; lavorare sul cuore: “laceratevi il cuore e non le vesti”. Non guardiamo alle apparenze, non guardiamo alle manifestazioni esteriori, prima di tutto cerchiamo di avere il coraggio di guardare al nostro cuore, con serietà e con serenità, perché è il nostro cuore quello che Dio ama, anche quando è un po’ bruttino e sporco e ha delle cattiverie dentro, non importa, è il cuore che Dio ama, è Lui che mi guarirà il cuore. Non avere paura, non ti preoccupare, non temere di guardare il tuo cuore anche se ti sembra più brutto di come vorresti che fosse. Non temere, il Signore è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male. Non importa che cosa hai fatto fin ora, torna al Signore, abbi il coraggio di stare con te stesso, di guardare il tuo cuore, abbi il coraggio di dedicare questo tempo della quaresima al tuo cuore, ne ha bisogno. Come sapete io sono contrario alla quaresima del cioccolatino: non mangiamo cioccolato durante la quaresima. Va bene, ma siamo proprio sicuri che il problema della nostra vita siano i cioccolatini? C’è tanta gente che ha questo problema esistenziale, centrale; e quando c’è da cambiare qualcosa cambia cioccolatino! Ma veramente siamo così santi da non avere altri problemi? Abbiamo il coraggio di metterci a guardare il nostro cuore e vedere in che cosa è ferito, dove si dirige se verso Dio o verso altre cose? Abbiamo il coraggio di metterci a guardare il cuore e capire perché non va da Dio? “Ritornate a me con tutto il cuore”: ma se il nostro cuore va in giro e non va da Dio dobbiamo renderci conto di dove è diretto; dobbiamo chiederci perché non va da Dio ma da altre parti; e poi curiamo il nostro cuore. Qualche volta potrà anche essere non mangiare i cioccolatini, ma solo dopo un attento esame del nostro cuore. Carissimi, il Signore ci sta dicendo, come scrive S. Paolo: “Lasciatevi riconciliare con Dio, vi supplichiamo in nome di Cristo, lasciatevi riconciliare con Dio”. Questo ci sta chiedendo il Signore, dobbiamo ritornare a lui. Questo anno della misericordia deve essere un anno in cui, in modo particolare, ci accorgiamo della misericordia di Dio nella nostra vita per diventare, a nostra volta, misericordiosi; ma possiamo accorgerci della misericordia di Dio solo se facciamo una attenta analisi del nostro cuore, dei problemi, delle sofferenze, delle malattie e delle ferite che ha. Vi chiedo questo favore, se vi siete già preso un impegno per la quaresima, vi supplico di riconsiderarlo. Avete veramente assunto un impegno chiedendovi dov’è il vostro cuore, dove sta andando e perché va da quella parte? Se la risposta è no, vi chiedo, come Vescovo, di riconsiderare il vostro impegno della quaresima e di prenderlo dopo un attento esame del cuore. Meglio aspettare tre giorni di quaresima piuttosto che prendere un impegno inutile; questo perché “tornare al Signore con il cuore” significa lavorare sul cuore non sulle azioni, e lavoriamo sulle azioni nella misura in cui servono al cuore. Questo è l’ordine che Dio vuole, altrimenti siamo ipocriti, facciamo cose esteriori, portiamo una maschera e mascheriamo il nostro cuore. Carissimi io sono sicuro che questa azione interiore fatta insieme porterà grandissimo frutto, perciò vi invito ad impegnarvi perché, insieme, la grazia di Dio aumenta e diventa più forte; ma tutti dobbiamo fare lo stesso lavoro spirituale. La Vergine Maria, nostra Signora della Salve, ci aiuti a compiere questo cammino della quaresima come un ritorno a Dio, a quel Dio che ci aspetta, al termine di questo cammino, per farci capire la gioia che abbiamo nello stare con lui vivo e risorto. Vogliamo sperimentare, adesso, il riassunto di tutto questo nella celebrazione eucaristica che racchiude tutta la dinamica della vita cristiana; ma prima ancora viviamo questo momento penitenziale dell’imposizione delle ceneri chiedendo al Signore di iniziare il cammino del cuore insieme e sotto la sua benedizione.
Sia lodato Gesù Cristo.