Giubileo Zona Fraschetta Marengo, Città e periferia
Es 3, 1-8.13-15; 1Cor 10, 1-6.10-12; Lc 12, 13-19
Carissimi fratelli e sorelle che bello essere qua per celebrare insieme il giubileo della misericordia con un po’ più di calma. Mi hanno detto che, quando abbiamo fatto l’apertura della porta santa, eravamo una folla troppo numerosa; anche se oggi non siamo pochi, credo che ci dobbiamo prendere un pochino di tempo perché vivere la celebrazione del giubileo. Il giubileo è un movimento del cuore e dell’anima che chiede un po’ di attenzione, un po’ di concentrazione, di silenzio e di pace, perché non siamo qui per adempiere una formalità burocratica e dire: “Ho lucrato il giubileo”. Non è questo lo scopo, non è questa la ragione per cui Papa Francesco ha deciso di dedicare un anno giubilare straordinario al tema della misericordia. Il Papa ha voluto fortemente questo anno giubilare perché vuole che noi facciamo esperienza personale della misericordia, e vuole che noi siamo misericordiosi come il Padre; lo abbiamo cantato all’inizio, come è sul logo del giubileo: “Misericordes sicut Pater”, “Misericordiosi come il Padre”. Si tratta perciò di uscire da qui rinnovati, perché, come diceva San Paolo, lo abbiamo ascoltato nella liturgia della parola: “Se uno è in Cristo, è una nuova creatura. Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove”. Ma queste cose nate nuove da dove vengono? Vengono, dice San Paolo, “da Dio che ci ha riconciliati a sé mediante il Cristo”; ha affidato a lui il ministero della riconciliazione: Dio fa nuove le cose riconciliando. Allora perché siamo qua? Siamo qua per iniziare un cammino nuovo, sempre la vita cristiana ci chiede di ricominciare. Ma è la vita che è così; il matrimonio non è forse questo, non è forse scegliere ogni giorno la persona che si ama? Non possiamo mai dare per scontato l’amore. E così qualsiasi altra cosa; anche il nostro lavoro chiede ogni giorno l’impegno, la concentrazione, l’attenzione; qualsiasi cosa facciamo ci chiede di saperci rinnovare. Il grande nemico dell’uomo è il grigiore che avvolge la vita quotidiana; quando, infatti, non siamo capaci di guardare con occhi sempre nuovi le giornate dandole per scontate, viviamo male, perdiamo quello che viviamo. Allora questa novità viene da un nuovo inizio che non è un giochino psicologico di training autogeno con cui mi motivo da solo, ma il nuovo inizio nasce da una esperienza, un’esperienza viva diretta e personale, quella della misericordia di Dio. Non sono qui a chiedervi l’ennesimo sforzo di volontà. Attenzione: non dobbiamo semplicemente muovere la volontà: “Voglio ricominciare da capo”. No, desidero che alla radice di questo nuovo inizio ci sia, prima di tutto, l’esperienza viva di una persona viva, Gesù Cristo, il volto della misericordia del Padre. Noi iniziamo nuovamente, in modo vero e autentico, solo se quest’inizio non è dovuto semplicemente da una mia decisione psicologica e un atto di volontà conseguente: “Decido di iniziare e mi ci metto con le mie forze”. No. Decido di reiniziare, cioè decido di incontrare Cristo oggi, o meglio visto che Lui vuole incontrarmi oggi, decido di lasciarmi incontrare da Cristo e sperimentare la sua misericordia. La vita nuova deriva da un incontro nuovo, è Cristo che fa nuovo tutto. Se oggi incontriamo Gesù cambiamo vita, ma per farlo dobbiamo non darlo per scontato. E allora dobbiamo aprire dentro di noi, uno spazio interiore perché una nuova vita nasce da dentro. Questo incontro avviene nel profondo del nostro cuore, per questo vi chiedo, oggi, di fare questa fatica: andare al profondo del vostro cuore e incontrare il Signore. Per cambiare le nostre azione non è necessario semplicemente che compiamo un atto di volontà: “Non voglio sbagliare questa cosa”, ma che comprendiamo perché sbagliamo questa cosa. “Perché io faccio tante volte quell’errore?”. C’è una ragione profonda, probabilmente molto antica, e dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la ragione per cui facciamo quel determinato errore o commettiamo quel determinato peccato. Dobbiamo avere il coraggio di ripercorrere all’indietro la storia della nostra vita e, arrivati all’origine delle nostre fatiche, mettere quest’origine tra le mani del Signore Gesù, il Salvatore; chiedergli: “Signore, salvami, Signore guariscimi, Signore effondi la tua grazia su di me, passa la tua mano sulla mia anima, risana le ferite e le piaghe della mia anima, risanami Signore”. Questo è l’incontro con Cristo, non è un gioco psicologico, è il fare la verità dentro di noi e davanti a Dio; Gesù infatti ci ha detto che è la verità che ci farà liberi. Fare la verità dentro di noi, davanti a Dio e chiedere l’aiuto di Gesù, chiedere che Gesù ci salvi; questo vuol dire avere Gesù come Salvatore. Cari fratelli e sorelle questa riconciliazione avviene attraverso i ministri, i nostri sacerdoti che ringrazio per la loro presenza numerosa e appassionata; sono pronti per esercitare il loro ministero di riconciliazione con Dio. Dio ha affidato a noi il ministero della riconciliazione e in nome di Cristo dunque siamo ambasciatori. Vi supplichiamo in nome di Cristo: “Lasciatevi riconciliare con Dio”. La riconciliazione sarà il punto forte; vi suggerisco anche di compiere il percorso della misericordia che inizia dalla Porta della misericordia, fa tutto il giro attraverso tre cappelle, il deambulatorio dietro il presbiterio fino ad arrivare all’altare della Madonna della Salve dove c’è la riconciliazione, il confessionale, la presenza di Gesù vivo, il sacramento dell’eucaristia. Fate questo cammino, però vi chiedo di farlo con raccoglimento. Il mio suggerimento personale è che facciate questo cammino oggi e poi torniate con calma a percorrerlo per conto vostro, perché vedrete che chiede attenzione. Grazie per la vostra presenza numerosa, grazie per il raccoglimento con cui state vivendo questo pellegrinaggio giubilare, preghiamo insieme con forza gli uni per gli altri perché Cristo agisca oggi, ci renda nuovi; ci rinnovi e così potremo sperimentare la sua misericordia. La Madonna della Salve, nostra dolcissima Madre, interceda per noi perché questo giorno possa essere un giorno memorabile, un giorno di svolta.
Sia lodato Gesù Cristo.