Palme

Domenica delle Palme
Is 50, 4-7; Fil 2, 6-11; Lc 22, 14 – 23, 56
Carissimi fratelli e sorelle abbiamo ascoltato il racconto della passione del Signore, un racconto sempre affascinante, ma un racconto che ci interroga in prima persona in modo forte e diretto perché ci chiede che posizione vogliamo prendere rispetto a Gesù. Io ricordo le forti parole pronunziate da Papa Francesco sulla spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro davanti a tre milioni di giovani: “Tu chi vuoi essere?”. Vuoi essere Pilato che si lava le mani o vuoi essere il Cireneo che porta la croce di Gesù? Chi vuoi essere?”. E ai giovani chiedeva di scegliere chi volessero essere nella loro vita. La passione di Gesù non può lasciarci indifferenti, ed è un evento che ancora oggi si ripete nelle nostre storie personali, perché Gesù ci chiama tutti ad amare, e di fronte a questo invito all’amore, al suo esempio di amore noi possiamo avere diverse reazioni. Possiamo passare davanti indifferenti lavandoci le mani come Pilato; possiamo essere addirittura quelli che torturano Gesù; possiamo essere quelli che lo crocifiggono; possiamo essere quelli che gli fanno festa il giorno delle palme, l’ingresso in Gerusalemme, e scompaiono il venerdì, quando viene condannato; possiamo essere quelli che lo seguono; possiamo essere quelli che lo rinnegano. Entrando in cattedrale guardavo il mio stemma; ho messo il gallo, preso dallo stemma di famiglia fatto da mio nonno, e ci ho messo la lacrima di Pietro per richiamarmi a quanto sia importante cercare di essere fedele a Gesù, o pentirmi quando non lo sono. Possiamo essere come Pietro, il capo della Chiesa, colui su cui Gesù ha fondato la Chiesa, l’ha rinnegato; possiamo essere come Giovanni che, fedele fino sotto la croce, accompagna Gesù fino alla morte e si sente dire: “Ecco tua madre”. Possiamo essere come Maria, la Madonna, possiamo essere come Maria Maddalena che avrà il dono di vederlo per prima. Tocca a noi scegliere. Sta di fatto che Gesù ha scelto di mostrarci la sua misericordia e ci ha chiamati alla misericordia; morendo per noi ci ha offerto la misericordia senza fine. Allora vi invito a riflettere su tutto questo nell’anno della misericordia. Sapete perché facciamo un anno della misericordia? Basterebbero due mesi se la misericordia fosse un evento puntuale. Se fosse sufficiente venire una volta in cattedrale, passare dalla porta santa, dire le preghiere e poi uscire per acquistare la misericordia, saremmo tutti felici. Ma non è così. Come possiamo constatare, la misericordia non è un atto che viene puntuale in un momento solo, ma è un cammino, ed è per questo che abbiamo fatto il cammino nelle tre cappelle dietro l’altare e nell’ambulatorio, fino ad arrivare alla Madonna della Salve dove c’è il confessionale per la riconciliazione. Carissimi in questo anno della misericordia non sprecate la grazia che vi viene offerta, tornate più volte, decidete di essere misericordiosi, ripercorrete più volte il cammino della misericordia che abbiamo allestito. Guai a noi se ci comportiamo come i crocifissori o come chi è indifferente a Gesù; guai a noi. La beata Vergine Maria, nostra Signora della Salve, ci accompagni in questa celebrazione perché possiamo decidere di essere per Gesù e con Gesù, e sappiamo quindi con lui compiere il vero profondo cammino della misericordia.
Sia lodato Gesù Cristo.