Pasqua

Pontificale di Pasqua
At 10, 34.37-43; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9
“Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro”.
Questo evento della risurrezione di Cristo, che comincia in modo così imprevedibile, non è un evento che si manifesta immediatamente, ma un evento che chiede all’uomo di entrare in relazione e di scoprirlo; un evento che si disvela progressivamente. A noi piace l’evento immediato e, qualche volta, celebrando i funerali, da parroco, mi era venuto da pensare: “Chissà se il Signore facesse una risurrezione durante un funerale …”. E pensavo: “Ne guadagneremmo uno, ma ne perderemmo due di infarto”. A noi piace l’immediatezza della cosa, ma Dio, invece, non vuole che ci lasciamo stupire dall’effetto speciale. L’intento di Dio invece è quello di farci capire il senso di quello che lui opera. Questo è il punto: noi siamo nelle tenebre, e il Signore talvolta getta la luce su qualcosa. Sarebbe come se noi abitassimo in una grotta sotterranea dove non c’è la luce, e improvvisamente si accendesse una luce; noi che non l’abbiamo mai vista, rimaniamo stupiti di questa luce. Ma il Signore l’accende per far luce su un particolare che ci vuol far vedere, mentre noi siamo affascinati dalla luce, perché, abitanti nelle caverne e nelle tenebre, rimaniamo stupiti dalla luce. Il Signore invece che è abituato alla luce, la usa per illuminare qualcosa che ci vuole indicare. Cosicché noi rimaniamo a friggerci le retine guardando una lampadina o una luce e non guardiamo a quello che il Signore ci vuole far vedere. Ecco perché il Signore è progressivo nella risurrezione, perché vuole farci capire il senso. Il primo passo è: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno portato”. La prima constatazione: non c’è più. Allora Pietro e Giovanni corrono al sepolcro; è una comunità sfaldata questa degli apostoli perché probabilmente, se fossero stati insieme, tutti sarebbero andati al sepolcro, invece si parla solo di due. Pietro entra e verifica le cose mentre Giovanni sta fuori. Poi ritornano a casa e che cosa hanno constato? Semplicemente che Gesù non c’è. Ora il fatto che non ci sia un cadavere, non vuol dire che ci sia una risurrezione, anzi di solito questo non avviene; i due discepoli tornano ma con una domanda di senso. Poi tutti tornano a casa, mentre Maria di Magdala rimane al sepolcro a piangere; rimane sul fatto che è accaduto ed è lì perché vuole cogliere un senso. Alla fine il senso le si manifesterà: prima gli angeli che le spiegano: “Il Signore è risorto, non è qui”. Ma lei continua: “Se l’avete portato via voi, ditemi dove l’avete messo”, a questo punto Gesù le appare. Lei si volta, forse perché gli angeli hanno fatto un atto di riverenza verso il Signore, non sappiamo, e vede Gesù. Questa è la progressività di Dio, e questo per farci capire che quando noi incontriamo il Signore risorto, non assistiamo ad uno spettacolo incredibile; di solito ci imbattiamo in un sepolcro vuoto o qualcosa del genere rispetto a quello che stiamo vivendo e sperimentando. La fede nella risurrezione non è una constatazione scientifica, è fede; non tutti possono costatare che Gesù è vivo; anche gli apostoli pur avendo constatato che il sepolcro era vuoto, le bende erano posate in disparte e il sudario non posato con i teli ma avvolto in un luogo a parte tornano senza aver creduto. Sentono Maria che dice loro: “Gli angeli mi hanno detto che è risorto, l’ho anche visto. Ha detto di precederlo in Galilea, là lo vedranno”. Ma gli apostoli fanno fatica a credere, faranno fatica anche quando Gesù apparirà loro. Queste cose che sono di impatto non sono risolutive. Vogliamo chiedere al Signore la grazia di una grande fede nella risurrezione. Pietro se ne rende conto e dice: “Noi crediamo dopo aver visto ma voi pur non avendo visto credete”, e lo dice a coloro a cui scrive come punto di merito. Chiediamo la grazia di credere veramente: Gesù è vivo oggi, è presente, in questa celebrazione c’è Gesù di Nazaret, il Salvatore; il Figlio di Dio fatto uomo è qui oggi, adesso, ma non lo possiamo vedere. Come ben capite, questa affermazione che ho fatto, molto forte, per ciascuno di voi si può risolvere in un semplice sepolcro vuoto: “non vedo niente”, o in una fede nella risurrezione. I nostri cuori sappiano fare il grande salto della fede, non un salto raziocinante, semplicemente intellettivo, ma il salto esistenziale che fa sì che tutta la nostra vita si orienti in un modo diverso, consapevole della presenza viva di Cristo. La Vergine Maria, nostra Signora della Salve, ci aiuti a fare del Cristo risorto il centro della vita.
Sia lodato Gesù Cristo.