Omelia Reposizione Salve

Reposizione della Salve
At 16, 11-15; Gv 15, 26 – 16, 4
Carissimi fratelli e sorelle
Gli Atti degli Apostoli ci raccontano delle conversioni che accadono nel corso della predicazione; ci sono persone che ascoltano la predicazione della parola di Dio, il Signore apre il loro cuore e queste credono, ricevono i sacramenti e cominciano a fare vita cristiana. Questa dinamica dell’evangelizzazione, di cui abbiamo parlato molto durante l’Ottavario della Salve e anche ieri, ne abbiamo accennato in occasione del compleanno della Citta rifacendoci alla Madonna di Guadalupe che ha segnato l’evangelizzazione nel continente latino americano, è qualcosa di vitale e di assolutamente necessario per noi cristiani ed è connessa con la nostra stessa fede. Il Signore Gesù, prima di ascendere al cielo in modo particolare – l’ha detto in tante altre occasioni – ci ha chiesto di annunziare il vangelo ad ogni creatura. Questo annuncio del vangelo non è, come siamo stati abituati mentalmente negli scorsi decenni, un compito dato esclusivamente al clero; ma, nel Nuovo Testamento stesso, vediamo che questo compito è attribuito anche ai laici, perciò, cari fratelli e sorelle, non chiamatevi fuori da questo compito. Certo chi ha il compito di evangelizzare deve innanzitutto accogliere in pienezza la parola di Dio nella propria vita, e accoglierla, in modo particolare, per quello che riguarda la vita nella comunità cristiana. Non siamo infatti evangelizzatori delle nostre fissazioni personali e dei nostri pallini teologici, devozionali, o quant’atro; ma siamo i portatori di un tesoro che è stato donato alla Chiesa: il tesoro della parola di Dio scritta o tramandata e questo tesoro si vive, si conosce e si sperimenta in modo particolare nella vita della Chiesa. Quindi non è un affare privato, ma è la comunità che evangelizza, e quando di fatto la comunità evangelizza attraverso dei singoli, lo fa perché questi sono membri della comunità e vivono a tutto tondo una vita cristiana. Il Signore Gesù, nel vangelo che abbiamo ascoltato, ci dice che con il potere di dare testimonianza ci saranno delle persecuzioni, delle fatiche, delle difficoltà, degli ostacoli; il nostro annunciare il vangelo non sarà esente da problemi o ci eviti dal dovere affrontare delle grane anche pesanti. Purtroppo attraverso l’evangelizzazione accadono brutte cose: “Vi scacceranno dalle sinagoghe, anzi, viene l’ora in cui chi vi ucciderà, crederà di rendere culto a Dio”. Se questo non accade fisicamente da noi, ricordiamo i tanti nostri fratelli cristiani perseguitati. Diocleziano, in confronto ai persecutori di oggi era un dilettante; questo lo dice la storia nel senso che, attualmente, i cristiani che muoiono per persecuzione sono di più di quelli che morirono nelle persecuzioni dei primi secoli che erano state riconosciute come le più virulenti e le più forti nei confronti della Chiesa. Dati alla mano, purtroppo, oggi siamo in una persecuzione fisica che è la più forte della storia e sulla quale c’è un velo di silenzio; e sappiamo che, in alcuni casi, il silenzio diventa omertà, che è preoccupante; ma dobbiamo stare attenti a non essere noi i primi indifferenti nei confronti di queste situazioni. In ogni caso, nella nostra esperienza personale, sappiamo che tutte le volte che facciamo del bene non mancano le grane; infatti anche popolarmente si dice: “Sbaglia solo chi fa, chi non fa non sbaglia”. Ma il peccato peggiore è quello della omissione; anche oggi abbiamo recitiamo il “confesso” facendo una scaletta di peccati in pensieri parole ed opere, ma spesso il male più grande lo facciamo omettendo di fare un bene. Certo non facciamo il male, ma omettendo di fare un bene, non portiamo beneficio ad un fratello, ad una comunità o ad una situazione. È su questo principio che si fonda anche la nostra partecipazione alla vita civile. La Madonna della Salve è la nostra Madonna, la Madonna di noi alessandrini che è qui per dirci: “Io sono con voi. Come sono stata sotto la croce di mio figlio, così sono vicino a voi in ogni vostra croce, in ogni vostra difficoltà e fatica”. Questa vicinanza affettuosa della Vergine Maria vorrei che fosse un segno di vicinanza solidale e affettiva anche degli uni nei confronti degli altri. Impariamo dalla Madonna che sotto la croce sostiene il suo figlio che muore per tortura. Anche noi siamo chiamati ad avere questo atteggiamento mariano nei confronti dei nostri fratelli: sostenere i nostri fratelli in difficoltà, essere loro vicini nelle loro croci. Chiediamo la grazia che questi insegnamenti che ci vengono dalla presenza di Maria tra noi, non finiscano in soffitta; il nostro collocare la Madonna al suo posto non vuol dire accantonare lei e i suoi insegnamenti; è solo un po’ più in alto ma è sempre vicina alla presenza eucaristica del Signore Gesù secondo il suo stile. La Vergine Maria, nostra Signora della Salve, nostra dolcissima patrona ci accompagni perché sappiamo vivere nella vita i suoi insegnamenti, sappiamo portare il vangelo ai nostri fratelli e sostenere coloro che sono nella tribolazione.
Sia lodato Gesù Cristo.