Omelia Pentecoste

Pentecoste
At 2, 1-11; Gal 5, 16-25; Gv 15, 26-27; 16, 12-15
Carissimi abbiamo ascoltato questi testi della liturgia della parola di oggi, giorno di Pentecoste, che ci parlano dello Spirito Santo. Cari ragazzi, voi ricevete il dono dello Spirito Santo il giorno stesso in cui lo questi è disceso sugli apostoli e sulla Madonna: questo vi farà ricordare il giorno in cui anche voi l’avete ricevuto. Tuttavia devo dirvi che sono un po’ in imbarazzo; anzi, per certi versi, quasi dolorante confrontando ciò che abbiamo sentito con la nostra condizione. Abbiamo, infatti, sentito delle cose molto forti: “Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano”. Questo fragore è stato così grande che la gente era accorsa per vedere che cosa fosse successo. Avranno pensato: “Magari è crollata una casa”. Hanno sentito un rumore grande, mentre noi non sentiremo nessun fragore e non verrà gente a vedere che cosa sta succedendo. “Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo”. Non vedremo nessuna lingua come di fuoco. “Cominciarono a parlare altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”. Parlerete italiano, cari ragazzi e, se saprete un’altra lingua, sarà per un vostro bene; ma non ho mai visto durante le cresime un simile prodigio. Abbiamo ascoltato anche nella colletta che ho cantato prima delle letture: “Rinnova in mezzo a noi i prodigi che hai compiuto agli inizi della predicazione del vangelo”; ora, di fronte a tutte queste cose che sono successe viene logico farsi delle domande: Che cosa stiamo vivendo? Qualcosa di vero o una illusione collettiva? Sotto tutto questo non è che ci sia il nulla e sia soltanto una grande bugia? Queste domande, se siamo intelligenti, ce le dobbiamo porre. A volte non ce le poniamo sia perché abbiamo paura che ci cadano le certezze su cui siamo appoggiati, sia perché abbiamo paura di doverci dare delle risposte che ci costringono a cambiare. Attenzione a queste paure. Dobbiamo farci domande, e io vi dico che sono estremamente sicuro che quello che stiamo facendo è qualcosa di vero; sono sicuro che se anche noi, adesso, non sentiamo nessun vento, non vediamo nessun fuoco scendere e non vedremo i ragazzi uscire parlando in tutte le lingue e predicando il vangelo, sono sicuro che lo Spirito Santo, per le imposizioni delle mie mani, non perché sono bravo, ma perché sono successore degli apostoli, scenderà su questi ragazzi. È per questo che vi dico: “Fatevi delle domande, siamo qui per una grande bugia?”. Non ho paura di affrontare questo problema e non dovete averne voi perché non siamo qui per una grande bugia, ma siamo qui perché Cristo è veramente risorto e ha donato lo Spirito Santo agli uomini. Il problema è che lo Spirito Santo ha bisogno di alcune condizioni per funzionare, perché senza certe condizioni non funziona; come nella vita: non puoi cuocere la pasta a otto mila metri, perché l’atmosfera è così rarefatta che l’acqua bolle così presto che la pasta non riesce a cuocere, non si può fare una combustione in assenza di ossigeno. Anche lo Spirito Santo ha delle regole che sono vincolate non ad elementi fisici ma alle nostre libere scelte. Le regole per cui lo Spirito Santo può funzionare dipendono dalla nostra volontà ed è per questo che sono in sofferenza ed in imbarazzo, perché a volte di fronte alle promesse dei doni dello Spirito che noi sentiamo fare dalla parola di Dio, non solo non riusciamo a viverle, ma abbiamo paura pensando che non funzionino. Ma io sono sicuro che funzionano, solo che ci dobbiamo mettere la fede. Se noi fossimo diversi da come siamo: se i papà, le mamme, i padrini e le madrine, prima dei soldi, prima delle carriere e prima di qualsiasi altra cosa, avessero Dio e l’annuncio del vangelo come primo desiderio della vita, sono sicuro che vedremmo cose grandiose. Lo dico non per accusare voi qui presenti, ma essendo tutti nella stessa barca ed essendo in una società che distoglie da questo primato di Dio per metterci dietro ad altre cose che, non solo non danno risultati strepitosi come Dio, ma ci impediscono anche di vivere secondo Dio rendendocelo estremamente difficile. Quali sono le condizioni per cui lo Spirito Santo funziona? Sono quattro, ne abbiamo parlato e condiviso ieri tutto il pomeriggio, qua in Cattedrale e nell’Istituto delle Suore di Maria Ausiliatrice, facendo l’assemblea diocesana nella quale più di duecento persone hanno riflettuto su questi quattro temi che sono le condizioni per cui lo Spirito Santo funziona. Primo: essere perseveranti nell’insegnamento degli apostoli. Quanta gente in questa assemblea ha le nozioni di fede risalenti al catechismo da bambini! Quando ero parroco ai miei ragazzi dicevo: “Si sta avvicinando la fine del catechismo, dopo la celebrazione del sacramento organizzerò il dopo cresima. Ricevere il dono dello Spirito Santo vuol dire scegliere di essere cristiani; questo significa la cresima: scegliere di essere cristiani e fare una vita da cristiani. Sappiate che se volete fare una vita da cristiani dovete continuare nella formazione. Sarebbe come se uno dicesse: “Io voglio fare la vita da ingegnere” e finita la terza media smettesse di studiare, il giorno in cui tu, ingegnere, vorrai costruire dei ponti e ne progetterai uno non ci metteremo mai i nostri piedi. Se quello che sappiamo sulla fede risale ai nostri dodici o dieci anni, significa che la nostra fede non è molto cresciuta e maturata. Perseveranti nell’insegnamento degli apostoli vuol dire conoscere la parola di Dio. Quando ero parroco ricordavo ai miei parrocchiani che per leggere il Vangelo di Marco ci vuole meno tempo che vedere una partita di calcio. Sorprendente! Leggere tutto il vangelo di Marco si impiega un’ora e quindici minuti. Possiamo fare questi sforzi titanici nella vita? Non è una meta così distante: se io credo in Dio, posso fare questo sforzo e leggere i quattro evangeli possibilmente insieme. Cari genitori, padrini e madrine, leggere insieme ai vostri figli il vangelo, significa accogliere le loro domande a volte anche un po’ imbarazzanti: ma questa non è una buona ragione per non leggerli; e quando vi porranno queste domande, se non siete in grado di rispondere andate ad informarvi con umiltà. Anch’io, tante volte, di fronte ad alcune domande sul vangelo, che pure leggo, studio e predico, ho bisogno di documentarmi. Leggere insieme il vangelo fa tanto bene e vi offre degli spunti educativi importanti e utili per il futuro dei vostri ragazzi. Perseveranti nella comunione: la salvezza non è per singoli, ma è per persone che, insieme, fanno comunione. Significa scambiarsi le idee, discutere stando insieme, e qualche volta anche pranzando insieme. Anche Gesù ha iniziando la sua vita pubblica a tavola alle nozze di Cana, e, la sera prima di morire, ha predicato a tavola tenendo il discorso che abbiamo ascoltato oggi nel vangelo. A tavola è il momento in cui si fa comunione e si condividono le cose. Perseveranti nello spezzare il pane, nell’eucaristia. Vita cristiana senza messa è come fare una partita di calcio senza pallone. Avete presente ragazzi come sarebbe bella una partita di calcio senza pallone? Così è la vita cristiana senza la messa; la messa è il cuore di tutto, perché nella messa c’è Gesù che ci dice: “Do la mia vita per voi, do me stesso come nutrimento”. Perdere questo nutrimento sarebbe come una vita senza mangiare o una partita di calcio senza pallone. Qualche mistico nella Chiesa poteva rinunciare al cibo. Ci sono stati dei mistici che hanno vissuto degli anni senza toccare cibo; un esempio è quello di Teresa Newman a cui il regime nazista, addirittura, aveva tolto l’assegnazione dei viveri perché, era risaputo, che lei non mangiava e quindi non le avevano dato la tessera per comprarsi da mangiare; in compenso le avevano dato una razione doppia di detersivo perché tutti i venerdì, vivendo la passione di Cristo, insanguinava tutto. Queste sono cose singolari che accadono nella vita. Padre Pio, durante il noviziato, fece per diversi giorni digiuno assoluto nutrendosi solo di eucaristia, che non è quel gran nutrimento da un punto di vista fisico. E così finì che un giorno quando il maestro dei novizi gli portò la comunione, padre Pio svenne privo di energie. Perseveranti nelle preghiere. Pregate. Pregate in famiglia prima di tutto e soprattutto. Alla sera prima di andare a dormire, recitate le preghiere tutti insieme, tutta la famiglia riunita; tornate a queste belle abitudini, alla preghiera serale insieme. Pregate con tutta la comunità. Ecco cari fratelli e sorelle, quando abbiamo questo stile di vita, con una comunità di persone che fanno capo alla stessa parrocchia, la nostra vita gira meglio e sperimentiamo la benedizione di Dio. Carissimi ragazzi, vi auguro di sperimentare l’assistenza e la vicinanza di Dio, perché vuole rendervi felici; ma questa felicità dipende anche dalle vostre libere scelte e da quelle della vostra famiglia. Vi auguro di essere capaci di lasciare che lo Spirito Santo agisca nelle vostre vite e possiate essere felici. Continuiamo la celebrazione chiedendo al Signore il dono dello Spirito Santo su di voi.
Sia lodato Gesù Cristo.