Sono passati quarant’anni dalla Legge n.180/78, detta anche “Legge Basaglia”.
Una riforma con grandi e positive novità: abbattere le mura e ritornare al territorio, alla comunità; ribadire la possibilità concreta di cura e riabilitazione partendo dalla fiducia e dalla valorizzazione della persona umana; superare lo stigma e l’avversione verso i soggetti che portano i segni della sofferenza psichica.
Molte problematiche però, nonostante le buone intenzioni iniziali ed indubbi miglioramenti, sono ancora presenti, prima fra tutte la situazione delle famiglie che debbono convivere, oscillando tra difficoltà, disperazione e qualche momento di speranza, con un proprio caro colpito da disturbo mentale.
Ogni persona ha bisogno di relazione, specialmente nelle situazioni di maggiore fragilità, anche quando sembra preferire isolamento e fuga, quando comunica con gesti o parole la sofferenza causata dal disturbo mentale. La forzata solitudine, l’isolamento, l’indifferenza spingono molti individui e famiglie (alcune ormai giunte alle risorse residue, spesso in condizioni sociali ed economiche disagiate) verso il deterioramento della loro condizione mentale che può declinare in depressione, ansia, forme psicotiche.
Le Comunità cristiane hanno un compito importante: realizzare «una città abitabile, dove non ci si senta indotti a vivere la paura dell’altro, ma se mai la gioia dell’incontro e il desiderio di sperimentare relazioni positive”. (Card. Carlo Maria Martini).
Promuovere solidarietà e accoglienza significa promuovere salute mentale. Contrastare la cultura della scarto significa favorire la salute mentale. Come scrive Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato si’: «Se teniamo conto del fatto che anche l’essere umano è una creatura di questo mondo, che ha diritto a vivere e ad essere felice, e inoltre ha una speciale dignità, non possiamo tralasciare di considerare gli effetti del degrado ambientale, dell’attuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone» (n.43).
In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, invitiamo le Comunità cristiane alla preghiera ed alla riflessione su questi temi così carichi di umanità e desideriamo stimolare a scelte coerenti di vicinanza verso questi fratelli e sorelle più fragili e le loro famiglie.
Susa, 19 settembre 2018