I titoli di studio pontifici saranno sempre riconosciuti. Lo hanno definito ieri, dopo anni di lavoro, Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e il cardinale Giuseppe Versaldi, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, attraverso la firma di un accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, che ha appunto per oggetto per il riconoscimento dei titoli di studio ottenuti nelle università pontificie.
«In continuità con il Concordato tra i due Stati – ha spiegato il cardinale Versaldi – l’accordo facilita le procedure di riconoscimento dei titoli accademici non concordatari per permettere anche agli studenti provenienti dall’Italia e da tutto il mondo la prosecuzione degli studi. L’accordo favorisce gli studenti in un quadro internazionale di riferimento che finora veniva disatteso nonostante fosse già in vigore». Nel rispetto degli accordi istituzionali nazionali e internazionali «la Congregazione per l’Educazione Cattolica – ha aggiunto il porporato – ringrazia il Ministero italiano per la collaborazione dimostrata e intende proseguire fruttuosamente in questa direzione per favorire un dialogo finalizzato al bene comune».
Non è un caso che l’accordo sia stato siglato proprio nel 2019, novantesimo anniversario della firma dei Patti Lateranensi. Come funzionerà nella pratica? Ogni caso e ogni singolo titolo sarà sottoposto a una valutazione delle Università. Solo le lauree e i dottorati in Teologia e Sacra Scrittura, secondo quanto previsto dalla revisione del Concordato tra Repubblica Italiana e Santa Sede del 1984, venivano pienamente riconosciuti, mentre gli altri titoli non ottenevano un riconoscimento uniforme: alcuni Atenei ne ammettevano la riconoscibilità, in linea con i dettami della Convenzione di Lisbona, altri ritenevano che gli unici ammessi a questo tipo di trattamento fossero quelli espressamente enunciati nel Concordato Lo ha specificato il ministro Bussetti, alla fine dell’incontro: «Quando si vuole arrivare a un obiettivo lo si raggiunge – ha spiegato –. Abbiamo siglato questo accordo formalmente nella sede del Miur e proseguiremo ancora in questa direzione. Questo passo compiuto segna un ulteriore avanzamento rispetto al 1984, quando è stata firmata la revisione dei Patti Lateranensi, e in quell’occasione si decise di riconoscere i titoli di studio nella materie ecclesiastiche. La collaborazione tra lo Stato Italiano e il Vaticano è proseguita in questi anni in modo costante e proficuo. L’accordo è un importante successo: favorisce il diritto allo studio in entrambi i nostri sistemi formativi e garantisce la riconoscibilità e la spendibilità reciproca dei titoli della formazione superiore, anche per coloro che hanno scelto di svolgere il proprio percorso di studi all’interno di istituzioni accademiche pontificie che si trovano in Italia».
Alla firma il Cardinale Giuseppe Versaldi ha sottolineato la storicità del momento: «Sono particolarmente felice di firmare questo accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, con cui si dà risposta a una domanda discussa per tanti anni nello spirito della Convenzione di Lisbona e del Processo di Bologna».
Emanuela Genovese