12 Dicembre 202212 Dicembre 2022
Servizio per la tutela dei minori
Referente
prof.ssa Mariangela Mazza
Cell. 3930233362
Contatti
tutelaminori@diocesialessandria.it
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Twitter – @diocesiAL
Instagram – @diocesiAL
Che cos’è il servizio per la tutela dei minori
“Il Servizio per la tutela dei minori” è chiamato a offrire alla Chiesa locale un supporto per quanto attiene alla tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Tra i primi compiti, al Servizio sono affidate la promozione e l’accompagnamento delle attività di prevenzione e formazione a livello territoriale. Compete al Referente diocesano per la tutela dei minori:
- Collaborare strettamente con il Vescovo diocesano nell’adempimento delle sue responsabilità pastorali in materia di tutela dei minori e degli adulti vulnerabili.
- Far da riferimento locale al Servizio Regionale e Interdiocesano per la Tutela dei Minori, del quale è membro di diritto
- Proporre iniziative per sensibilizzare il clero, gli organismi di partecipazione e gli uffici pastorali diocesani sotto il profilo della tutela dei minori e per formare gli operatori pastorali
- Assistere e consigliare il Vescovo collaborando, se richiesto, nell’ascolto e nell’accompagnamento delle vittime e nella gestione delle segnalazioni di abusi
E’ stato altresì costituito Il Servizio regionale per la tutela dei minori (tutelaminori@cepvda.it): una rete di referenti in ciascuna delle diocesi del Piemonte per offrire sussidio e sostegno psicologico o legale in quelle situazioni delicate di difficoltà familiari o negli ambienti della pastorale (scuole, oratori, parrocchie, comunità religiose, ecc.).
A livello regionale è attivo un «Centro d’ascolto» dedicato espressamente alla ricezione di queste problematiche; ciascuna delle diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta ha già indicato un proprio referente. Il delegato della Cep è mons. Marco Brunetti, vescovo di Alba, il coordinatore del Servizio è don Alessandro Giraudo, Cancelliere arcivescovile di Torino.
Il Servizio ha compiti di consulenza legale quando e dove necessario, ma soprattutto deve occuparsi di prevenzione e formazione. Cioè: offrire consulenza a tutti quegli educatori (sacerdoti, insegnanti, catechisti) che si trovano ad affrontare persone, culture e contesti dove le sensibilità di oggi possono essere diverse dalle esperienze acquisite anche solo pochi anni fa. Il Servizio andrà dunque a «intercettare» le esigenze della pastorale familiare come di quella giovanile.
I referenti delle diocesi sono la prima «soglia» cui rivolgersi per le situazioni problematiche o per le richieste di servizio.
Il Servizio nasce, come nelle altre regioni italiane, su impulso della Conferenza episcopale italiana, che ha elaborato, nel 2019, le «Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili».
Tutta la documentazione su questa attività si trova in rete: https://tutelaminori.chiesacattolica.it/. L’intera struttura italiana sulla tutela dei minori ha origine in diversi interventi magisteriali e normativi di papa Francesco, dove vengono ribadite, confermate e ampliate le linee già indicate da Giovanni Paolo II nel 2001 e da Benedetto XVI nel 2010.
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Le ferite degli abusi
Buone prassi
La formazione iniziale in tempo di abusi
Sussidi Online
Le ferite degli abusi e le buone prassi sono gli argomenti dei primi due sussidi elaborati dai membri del Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della CEI. Questi documenti, nascono dalla costituzione delle Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.
I sussidi, pensati per formatori, educatori ed operatori pastorali, vogliono essere – senza alcuna pretesa di esaustività – strumenti di studio e di primo approfondimento per coloro che, all’interno delle équipe regionali, diocesane o interdiocesane, siano impegnati nella prevenzione di ogni forma di abuso in ambito ecclesiale.
In particolare il primo sussidio, a cura di Anna Deodato, padre Amedeo Cencini, don Gottfried Ugolini, è dedicato alle ferite degli abusi, cercando di rispondere a domande necessarie: Dove accade l’abuso? Quando si verifica? Quali caratteristiche ha? E, soprattutto, quali sono le conseguenze per la vittima? Il testo si configura come un approccio pedagogico e divulgativo che possa aiutare educatori e operatori pastorali a comprendere la terribile realtà degli abusi. Ricordando a tutti che al centro e all’inizio di ogni riflessione e comprensione deve esserci accoglienza, riconoscimento, ascolto delle persone ferite.
Il secondo, realizzato da don Gianluca Marchetti e don Francesco Airoldi, mette in evidenza invece le buone prassi in parrocchia e nei luoghi comunitari, ossia quei modi di agire che sono la concreta espressione della cura e custodia dei più piccoli, ponendo al centro i bambini e valorizzando la corresponsabilità comunitaria attraverso la partecipazione e formazione degli operatori pastorali.
Il terzo, che prosegue il tracciato iniziato con i primi due lavori “Le ferite degli abusi” e “Le buone prassi in parrocchia”, si propone quale strumento didattico-formativo, rivolto specialmente ai candidati agli ordini sacri e alla vita consacrata e ai loro formatori. Il testo, senza sostituirsi ai progetti formativi già in atto, vuole fornire materiale di riflessione, piste e indirizzi, specie sul piano psicopedagogico, per la didattica e la formazione in determinate aree, come orientamenti che nascono dall’esperienza e dalla riflessione sollecitata dagli eventi inquietanti della storia attuale ecclesiale, per metterli a disposizione dei formatori dei seminari e delle case di formazione religiose.
I sussidi sono liberamente e gratuitamente scaricabili.
– Le ferite degli abusi
– Buone prassi
– La formazione iniziale in tempo di abusi