Hakar, il ricordo degli amici di Casa San Francesco e un momento di preghiera sabato 11 maggio

Hakar, il ricordo degli amici di Casa San Francesco e un momento di preghiera sabato 11 maggio

Hakar, 42 anni compiuti da poco, proviene dall’Iraq; è un curdo iracheno che ha subito la persecuzione, a causa della quale ha perso il padre e il fratello. Fugge e trova rifugio in Europa. Nella sua terra ha ancora la mamma e una sorella. Ottiene accoglienza come rifugiato politico, e dopo un periodo in Norvegia nel 2014 arriva in Italia, ad Alessandria dove lo incontriamo alla mensa del convento a prendere la razione di cibo come tanti bisognosi che bussano alla nostra porta. Si distingue da subito per la sua bontà e disponibilità, al punto che i frati gli chiedono di aiutarli nel volontariato. Hakar si rende disponibile rendendo un servizio prezioso, al punto che gli viene proposto di vivere in convento e di rendersi più disponibile alla mensa. Accetta con gioia e in questa sua nuova condizione si spende ancor più generosamente per servire i fratelli. Dal 2016, viste le sue qualità, viene assunto come dipendente in regola e lavora a tempo pieno per la mensa, riuscendo a stabilire una relazione di accoglienza e di fraternità con tantissimi bisognosi. Possiamo dire che di quasi tutti conosce i bisogni ed è attento alle loro necessità al punto che per molti di loro Hakar prepara i generi alimentari più necessari o le cose che occorrono ai loro bisogni. Nel convento è diventato come uno di noi, condivide i pasti con la fraternità, è disponibile per i servizi e fa molto di più di quanto gli viene chiesto. La sua generosità è davvero straordinaria, ha un tratto di umiltà e di semplicità che, unito al suo sorriso e disponibilità, lo rende davvero una persona speciale; mai triste, pur portandosi dentro la sofferenza legata alla sua dura storia: il non poter incontrare la madre e la sorella, e chissà cos’altro.

Dal 2023 aveva il suo piccolo appartamento alla Caritas; ne era felice, e da lì ogni giorno veniva a Casa San Francesco per il suo servizio. Era diventato uno di noi, godeva la simpatia e la stima di tutti, sopratutto dei volontari per i quali era una guida sicura e un esempio di servizio. La mattina di giovedì 9 maggio, come suo solito, esce per la camminata ma il suo cuore cessa improvvisamente di battere…

Per tutti noi di Casa San Francesco è stato un dolore grande, e a mano a mano che passa il tempo sentiamo il vuoto della sua presenza, del suo cuore grande. Abbiamo voluto allestire la Camera ardente qui al convento perché quanti lo hanno conosciuto possano salutarlo per l’ultima volta.

Sabato mattina alle ore 9.30 gli renderemo omaggio nella nostra chiesa e poi, lunedì alle 10.30, ci sarà la sepoltura al cimitero di Alessandria. Carissimo fratello Hakar che tu possa vivere nella beatitudine di Dio, perché a chi meglio di te Gesù potrà dire: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare… ero forestiero e mi hai accolto… ero nudo e mi hai vestito”? Per questo il Re ora ti dice: “Vieni benedetto del Padre mio, prendi parte alla mia gioia”. Ma a noi manchi…

Gli amici di Casa San Francesco